"Io non mi accontento di finire nei dieci, lo lascio agli altri. Sono sesto e punto alla vittoria". Esagerato Max al termine della prima manche, dichiarazioni un po’ esose? Così è stato nel 2005 e nel 2009, quindi questo tempio del Grande Sci lo adora! E lui, Max Blardone quando taglia il traguardo si inginocchia, mira e… via il bastoncino che parte come una freccia. L’altro, il bastoncino rimasto, viene invece scaraventato più volte sulla neve. E’ lo sfogo di superMax che finalmente riesce a disegnare una manche favolosa e a tornare alla vittoria. E lo ha fatto qui, davanti al suo pubblico, che fu prima di Alberto Tomba. Quando taglia il traguardo non conosce la posizione finale. Ma Reichelt è dietro e Schoerghofer, in testa fino all’ultimo intermedio, pure! Ne mancano tre: Svindal Hirscher e Ligety. Il norvegese però perde tutto il vantaggio già al primo intermedio: +7 centesimi, Distacco che poi sale a +96. E’ fatta, Blardone è sul podio, perché Svindal conclude a più 1 e 41. Ce la farà a battere anche Hirscher? Difficile accidenti, l’austriaco è tornato fenomeno. Parte con 62 centesimi di vantaggio. Ne perde un pochino al primo intermedio nonostante scii davvero bene. Ne ha sempre 40. Ma gli scalini fanno danni a tutti e solo Blardo è riuscito a mangiarseli. Hirscher scala in quarta posizione a +71. Manca Ted Ligety, No dai, lui non si può battere, ha oltretutto 1 e 11 di vantaggio su superMax. D’accordo perde qualcosina al primo rilevamento: -90. E anche al secondo il vataggio si assottiglia: -26, ma poi sul pianetto finale non dovrebbe perdere nulla. Nulla?…. pazzesco l’americano non ce la fa e finisce quarto!!!! Sventola il tricolore, finalmente. Il pubblico delle grandi occasioni scoppia in una gioia irrefrenabile. L’ultima vittoria italiana è di Giuliano Razzoli nelle finali di Lenzerheide lo scorso anno.
"L’avevo promesso alla mia ragazza che tra poco mi farà diventare papà e ho mantenuto la parola!" ha ancora detta Max alla Secondini. Alla fine Blardone ha vinto sugli austriaci Reichelt e Schoerghofer, perchè il trio di testa ha dissipato il vantaggio proprio sul tratto finale, dove evidentemente non si poteva mantenere la linea ideale per la formazione di quei micro scalini che fanno perdere aderenza e quindi scorrevolezza. Eppure proprio lì Blardone ha fatto la differenza, pur mantenendosi perfetto anche nei tratti cruciali della Gran Risa..
Molto bene anche Davide Simoncelli, decimo, ma capace di recuperare ben 19 posizioni! Peccato per la prima manche, perché nella seconda ha sciato secondo il suo massimo standard facendo segnare il miglior tempo assoluto con 1’17"18. Certo, ha sfruttato al massimo il pettorale numero 2 nella seconda manche, ma mettendo gli sci di traverso nel ripido, movimento che nessuno fa meglio di lui, ha fatto registrare un tempo formidabile, commettendo una piccola sbavatura a 5 porte dal traguardo. E’ rimasto in testo fino alla discesa del tedesco Fritz Dopfer sceso 10 numeri dopo di lui; un atleta che gara dopo gara diventa sempre più protagonista delle porte larghe. "Bello per il morale, significa che non ho dimenticato di sciare da un giorno con l’altro. Meglio questo tipo di tracciatura, la prima è da dimenticare". Questo Davide Simoncelli al tragaurdo, finalmente rinfrancato dopo tante delusioni. E mentre parlava ai microfoni di Ivana Vaccari al traguardo, sopravanzava tanti altri atleti anche epr alcune cadute eccellenti, come l’americano Tom Ford, il francese Alexis Pinturault, il norvegese Kjetil Jansrud 1’17"18
Niente male anche Borsotti, undicesimo nella manche conclusiva, sulla falsariga di Davide, ma più sporca nei tratti dove la leggerezza era d’obbligo. Questo significa che i nostri sanno sciare quando vogliono. Oppure è solo la magia della Gran Risa che spesso e volentieri regala ai colori azzurri soddisfazioni incredibili.
Ora la parola passa agli slalomisti che domani sono chiamati sempre in Badia allo slalom speciale.
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