Rimaniamo attaccati a una medaglia con Sofia Goggia e Federica Brignone. Più difficile il compito per Marta Bassino.
La prima manche del gigante Mondiale di Åre è andata così: un percoso naturalmente accorciato, ovviamente con una neve papa e certamente colpita dal vento e da una luce non uguale per tutte. Così è…
Comanda la tedesca Viktoria Rebensburg, forse l’unica che è riuscita a tenere il ritmo di curva senza perdere quota rispetto alla linea ideale. Petra Vlhova è seconda a 19/100 ma ha rischiato di chiudere in testa con mezzo secondo di vantaggio. Il suo allenatore, Livio Magoni, ha tracciato davvero per lei, ma Petra lo ha tradito proprio nella parte conclusiva andando maledettamente bassa. Comunque da quando usa sci da uomo, vola letteralemente. Ragnhild Mowinckel, scesa col numero uno, ha dovuto aprire la strada a tutte, navigando nel sale, ma ha sciato con grande piede e sensibilità. Suo il terzo tempo a 37/100 da Rebe a 18/ da Vlhova, pertanto in corsissima per l’oro. Dovrà tirare fuori dal cilindro una manche alla Kronplatz, Mikaela Shiffrin che ha patito sia il disegno che il terreno: quarta posizione e 44/100 di gap. Tessa Worley che ha già scritto con l’oro il suo nome per ben due volte ai Mondiali in questa specialità, ha allungato la linea imitando un po’ chi l’ha preceduta in partenza, ma forse ha esagerato e questo spiega perché il talento francese ha concluso a +0,73. Quindi al sesto posto Sofia Goggia, l’unica atleta in assoluto a realizzare un tempo sotto il secondo, partita dopo il pettorale numero 7. Davvero brava, quasi incredibile seppur abbia goduto del sole per 2/3 di pista, condizione che ti cambia le sorti di una manche in maniera notevole. Brava comunque a sfuttare l’occasione. Il ritardo è pesante, perché 91/100 non si recuperano facilmente alla Rebensburg, ma intanto rimane in corsa. Come Federica Brignone che paga più o meno lo stesso: +0,95. L’Azzurra non ha commesso errori grossolani, eppure ha perso in tutti i settori tranne nell’ultimo. Non ci sembra abbia incontrato condizioni così diverse dalle altre, forse un pelino più di buio, di fatto quei 95/100 di ritardo dall’oro, 76/100 dall’argento e 48/100 dal bronzo pesano come macigni. Poi chissà, una folata in più probabilmente l’ha presa. In effetti qualche porta superata troppo sotto al palo lo abbiamo visto, ma bene o male è capitato un po’ a tutte. Può essere che invece abbia dovuto subire l’integrità di una pista che è andata via via sfaldandosi. Dopo di lei, scesa con il 7, i ritardi si sono impennati in maniera anomala e innaturale. D’altra parte se invece di barrare le piste venti giorni fa, chiami i pompieri per bagnare la pista tre ore prima del via… Davvero una cosa inaudita, probabilmente mai accaduta nella storia! Queste cose purtroppo non rimangono scritte nel libro dei trionfi, caso mai nei rapporti dei giudici, ma questo conta poco.
Dopo Brignone, dunque inizia un’altra classifica capeggiata da Marta Bassino che col 15 ha costruito una manche stupenda: ottava a +1″55, ma si consideri che la 15esima classificata ha un ritardo superiore ai due secondi.
Si potrebbe pensare che Francesca Marsaglia con un ritardo di 3″21, sia spacciata. Alt, un momento, Franci si è classificata per la seconda manche con il 29esimo tempo. Significa che partirà per seconda e con la pista che si distruggerà qualche lievissima speranza rimane accesa.
E’ molto difficile azzardare previsioni in virtù delle condizioni del tempo e della neve. Le big partiranno presumibilmente con un tracciato molto rovinato. Prevarrà che riuscirà a cavarsela nelle buche e traccerà il nostru Rulfi. Vedremo
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