A Beaver Creek Golden Eagle non è solo il nome del famoso salto che porta in picchiata verso l’arrivo della Birds of Prey, Golden Eagle è anche l’aquila che dal 1997 non è mai scesa dal podio in questa grande classica del circuito, accompagnando i più grandi campioni di discesa, superG e gigante. Ha 37 anni, è stata salvata dopo che l’albero su cui stava tranquilla nel nido è stato tagliato dai boscaioli. Aveva due settimane appena e ricevuto l’imprinting dall’uomo non ha più voluto abbandonarlo. I tentativi di rimetterla in libertà sono falliti, l’aquila non voleva saperne di fare l’aquila, si sentiva un cucciolo d’uomo e dell’uomo non ha paura, è affettuosa, simpatica, per nulla intimorita dai rumori, i movimenti e le parole di chi le sta attorno.
A raccontarci questa storia è Anne Price, addestratrice di rapaci per la Raptor Education Foundation con sede a Denver. E’ lei, dal 1997, ad accompagnare l’aquila sul podio dei vincitori di Beaver Creek: “Il solo che mostrò qualche timore fu Hermann Maier, incredibile ma vero!”. Anche oggi, domani e dopo, la Golden Eagle sarà sul braccio di Anne accanto ai primi tre delle gare, con tanto di accredito attaccato alla gabbia. Il suo nome? “Non ha nome, è la Golden Eagle e basta, non è un animale domestico tipo cane o gatto, è un aquila selvatica a tutti gli effetti”. Che per pranzo e cena gradisce topi e altri animaletti del genere.
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