Oro a Vancouver, oro a Sochi (anche nell’inseguimento), oro a Pyeongchang: cos’altro dire… L’elvetico Dario Cologna, papà trentino, mamma svizzera, è totalmente padrone della 15 km skating. Non ci sono dubbi, in una specialità dove i tradizionali paesi nordici hanno frecce spuntate, o quantomeno non hanno più talenti straordinari come Daheli, Dario riesce ad avere ancora la meglio dimostrando una tecnica e una tattica di gara imbattibile. Il francese Maurice Magnificat ci ha provato in ogni modo, ma il suo distacco è andato in crescendo chilometro dopo chilometro: + 11,7 dopo 6 Km, + 15,6 ai 7,5 km, +23,2 ai 9,2 km, +28,5 ai 13,5. Poi ha ceduto almeno nei confronti dell’orgoglio norvegese di Imen Hegstad Krueger, uscito di più alla distanza al punto da mettersi al collo la medaglia d’argento. Nella fase critica Dario ha perduto qualcosina su Krueger negli ultimi 5 chilometri: da + 25,3 a + 18,2. Magnificat invece, si è spento fino a scendere al quinto posto finale, battuto dal russo (OAR) Denis Spitsov, medaglia di bronzo ( a 23 secondi da Dario)) e dal secondo norvegese, Martin Johnsrud Sundby, medaglia di legno a 1″9 dal bronzo.
Qui l’Italia ha di fatto solo partecipato in pieno spirito olimpico. 44esimo Mirco Bartolina, a 2’49″6 da Cologna , 58esimo Stefan Zelger, 67esimo Sergio Rigoni
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