Ted Ligety ha conquistato la sua quinta Coppetta di specialità per un pelo, grazie al centesimo che nell’ultima gara di Lenzerheide ha separato Marcel Hirscher (il suo più fiero antagonista) dal terzo posto di Felix Neureuther: pari punti finali ma trofeo a lui per il maggior numero di vittorie. Per l’americano non è stata una stagione «mostruosa» come il 2012/13 (6 vittorie, 8 podi su 8 gare), è «saltato» in Val d’Isère e ad Adelboden ma con le sue 5 vittorie e il terzo posto in Alta Badia è riuscito a confermare il ruolo di leader assoluto della specialità degli ultimi anni e ha ulterioremente consolidato la posizione al vertice dei diversi ranking come protagonista nella storia del gigante in Coppa. Ha superato Tomba a Von Grünigen nel numero di Coppette, è a un solo passo dal grande svizzero degli anni Novanta per numero di vittorie e non è escluso che già quest’inverno il sorpasso avvenga anche per quanto riguarda il numero dei podi. Insomma ha davanti e sopra di sè soltanto il mito di Ingemar Stenmark, signore incontrastato dei «numeri» che determinano le gerarchie di valore tra le porte larghe. Un mito irraggiungibile? Per il numero di vittorie sì ma per altre graduatorie è da vedere. Ligety ha trent’anni e ancora cartucce da sparare. Per l’Italia una stagione nera (nemmeno un podio come non succedeva dal 2001/02). Le speranze per il futuro si chiamano Roberto Nani (in basso) e Luca De Aliprandini
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