Nella prima manche del gigante di Lienz è furia Shiffrin, ma Marta Bassino e Federica Brignone sono lì a soffiarle sul collo.
L’americana ha disegnato la manche perfetta su una pista ostica, molto mossa piena di zone d’ombra e poi di luce intensa.
È venuta fuori il meglio della tecnica di Mikaela che ha tagliato il traguardo tirando un sospiro di sollievo – per lei – scaccia crisi.
Ma non è per niente finita, anche se il vantaggio è di quelli pesanti: 61/100 su Marta, 74 su Federica.
Partita con il numero uno, quindi senza alcun riferimento, Marta Bassino ha disputato una manche lodevole, sempre in controllo, pulita, forse leggermente prudente nell’ingresso dell’ultimo murettino. L’entrata nel canalino centrale, una delle chiavi della pista, però è stato perfetto.
In realtà è andata un poco lunga, ma esattamente come Mikaela Shiffrin, poiché non c’era altra possibilità. Se vogliamo Brignone è stata migliore di tutte, ma poi una piccolissima sbavatura dopo la mini compressione le ha fatto perdere velocità nel tratto meno pendente.
Questo spiega il ritardo che nella prima parte era invece a suo favore con un -7 centesimi nei confronti di Shiffrin. Situazione che Federica spiega così: “Shiffrin ha fatto la differenza fra il secondo e terzo intermedio, solo li ho preso più di 6 decimi. Anche perché sono finita lunga sul piano. Distacchi importanti vediamo la seconda come andrà“. Più positiva Marta: “Discreta manche, posso ancora migliorare, è una pista oggi dove si può osare“.
Al traguardo è stata punita con un gap incredibilmente severo, perché ha sciato bene come sempre quest’anno.
Katharina Liensberger è la migliore delle austriache. Paga 1″56 e si trova al settimo posto alle spalle della francese Coralie Frasse Sombet, ma davanti a Wendy Holdener (+1″58).
Poi la slovena Tina Robnik, l’unica con un numero relativamente alto, il 22, a inserirsi nelle dieci. Alle sue spalle la svedese Sara Hector. Molto brava la francese (ma corre per la Svezia) Estelle Alphand, 12esima a + 1″86 con il pettorale 29.
Tutte molto lontane le altre: Tessa Worley è quarta ma gara 1″33; Petra Vlhova le è alle spalle a 4 centesimi dalla francese. Disastrosa su un perorso troppo stretto per le sue caratteristiche, Viktoria Rebensburg: +2″37. Solo 10 centesimi migliore di lei Alice Robinson che ha sbagliato troppo.
Non la solita gara anche per le norvegesi, giovani e forti ma prive di quell’esperienza che qui serve: 12esima la Holtmann, lontanissima la Stjernesund. Anche Maria Therese Tviberg, sorpredente nei giganti precedenti, ha preso una vita: +3″26.
Le altre Azzurre:
Non bene Sofia Goggia che ha fatto proprio fatica. Una gestione eccessiva nei punti dove avrebbe dovuto mollare. E questo è strano perché in questo solitamente è molto brava. Probabilmente non ha capito il tracciato. 2″89 il suo ritardo. Nonostante questo, l’andamento della gar fa pensare che riuscirà a rimanere nelle top 30 e a partire nelle prime nella seconda. Dopo le prime trenta atlete partite è 23esima.
Nessuna speranza invece per Irene Curtoni che ha tagliato il traguardo con un ritardo superiore ai 4 secondi. Meglio di lei ha fatto Roberta Midali ma non è stata sufficiente la sua performance per guadagnarsi un posto per la seconda manche: +3″80. Di +5″06 il ritardo maturato da Valentina Cillara Rossi.
Ultima Azzurra in pista, Laura Pirovano, invece la qualificazione l’ha sfiorata. Un’ottima 36esima posizione a +3″60 a soli 34 centesimi dal tempo utile. Per un’atleta che parte col 61 è una prova da applaudire!
C’è da dire che soltanto tre atlete col pettorale superiore al 30 son o riuscite a qualificarsi. Questo significa che probabilmente il terreno non ha lasciato tante speranze alle atlete meno esperte e più giovani