Nel secondo gigante di Kranjska Gora, a metà gara Marta Bassino insegue a 3 decimi l’americana Mikaela Shiffrin. E alle loro spalle una Michelle Gisin, +0,44, che non molla.
Poi c’è un’altra classifica, quasi un’altra gara, con distacchi importanti. Il podio sembrerebbe già disegnato con una sfida dedicata solo al trio di testa. Ma lo sci non è così scientifico.
Miki è scesa col numero uno ed ha pennellato, anche se la sua azione non sembra esteticamente aggressiva. Una sciata molto simile a quella di Marta che ha perduto 15 centesimi equamente nella prima e nella seconda parte della Podkoren-3. In un tracciato con porte più distanziate di ieri, e sicuramente più lento (troppo!) Petra Vlhova (ottava a +1″47) e Federica Brignone (dodicesima a +1″93) sono andate letteralmente in tilt. Così come Alice Robinson (nona a +1″53).
Tessa Worley è partita come un fulmine ma poi, pur interpretando bene il tracciato, ha commesso un errore che l’ha costretta a bloccare la sua azione in una zona poco conveniente. 96 i centesimi da recuperare. Abbiamo visto ieri che è capace di rosicchiarli se scia come sa fare.
Meglio di lei la 22enne slovena Meta Hrovat, sciatrice molto tecnica, oggi la bella copia di quella vista ieri. I suoi 86/100 di ritardo che le valgono la quarta posizione, hanno preso corpo soprattutto sul muro finale. Rimane un’atleta molto pericolosa.
12 centesimi più in giù di Tessa Worley c’è Sofia Goggia che rispetto alla prima manche di ieri, ha trovato le misure per non frenare su questa neve e questo pendio. Perde 1″08 che è un bel ritardo, ma, risultato a parte, è premiante sciare tecnicamente bene in una disciplina dove cresce di gara in gara. Si è presa molti rischi che ha affrontato aggrappandosi benissimo sullo sci esterno ed è uscita da un paio di situazioni complicate con altrettanti colpi di genio!
Come la ticinese Lara Gut-Berhami che è settima a +1″27 grazie a una sciata pulita. Si vede che ci ha studiato dietro molto rispetto all’anno scorso.
Il problema di Federica Brignone sembrerebbe più mentale che tecnico, nel senso che l’una condiziona l’altra. Un’azione molto rigida, in trattenuta e scomposta che non le permette di porsi in una posizione ottimale nella sua personalissima interpretazione della curva. Se non ci riesce diventa una gigantista normale. Sulla carta non ci son quasi due secondi tra lei e Marta. Soprattutto perché questa è la sua neve!
Oggi Elena Curtoni ha fatto molta più fatica di ieri. Una manche da dimenticare, esercizio non difficile per lei che cerca sempre la massima velocità e ogni tanto non le va bene. 3″54 il suo ritardo a rischio qualifica. La gara è stata interrotta per svariati minuti, purtroppo per l’infortunio capitato ad Adriana Jelinkova, uscita alla terza porta. Si teme per il ginocchio. Gigante Kranjska Gora Bassino