Giallo a Palisades Tahoe: Ginnis ha inforcato? Decide Waldner: vince Steen Olsen!
Clamoroso finale nel penultimo slalom della stagione: il baby (21 anni) norvegese Alexander Steen Olsen vince lo slalom di Palisades Tahoe davanti al connazionale Timon Haugan e al bulgaro Albert Popov. Ma che fatica per capire questo finale. C’è voluto tanto tempo per capire se AJ Ginnis avesse inforcato quando le immagini sembravano abbastanza evidenti. L’unico dubbio era quel gran polverone che copriva gli sci. Per questo il giudice supremo Markus Waldner, che si trovava in pista, ha preteso di vedere in prima persona il video, andando alla ricerca di immagini più evidenti.
Probabilmente il primo a essere sicuro dell’inforcata dopo aver visto le immagini su mega screen è stato proprio il greco come hanno evidenziato le inquadrature sul suo volto al traguardo. È anche strano che non se ne sia accorto durante l’azione, perché si è trattata di una inforcata piuttosto violenta che ha alzato un grande polverone di neve. In tutti i sensi perché ora ci saranno discussioni sulla sua integrità sportiva. A noi piace pensare che nella dinamica di un’azione concitata non se ne sia accorto. Insomma, non ci sembra il tipo da fare il furbo! Poi tutti liberi di pensare il contrario.
Poi, il proclama: il 21enne scandinavo vince la sua prima gara di Coppa del Mondo! Così come è il primo podio anche per il bulgaro Albert Popov, a pari merito con Clement Noel, alle spalle di Timon Haugan ( secondo a soli 6/100), facendo tornare alla memoria gli slalom di Peter Popangelov!
Il norvegese Alexander Steen Olsen non ha disputato una manche capolavoro, ma è stato uno dei pochi a non sbagliare e allora ecco il premio: 12esimo dopo la prima, sesto a fine gara! Quando AJ Ginnis ha tagliato il traguardo con un centesimo di vantaggio si è alzato per lasciargli il posto, ma poi il video ha mostrato l’inforcata a metà pista del greco.
A quel punto il sogno del podio si è fatto reale, soprattutto quando anche il connazionale Haugan si era messo alle sue spalle. Ne mancavano solo tre: Strasser, Yule e Noel. Il tedesco sbaglia nel finale e finisce a centro classifica. Daniel Yule butta via tutto molto prima sparendo in fondo. Per lui il “cristallo” di slalom a una gara dal termine si polverizza. Mancava solo Clement Noel, ma anche il francese si arrenderà terminando terzo a pari merito con Popov. Però poi tutto si ferma in attesa del verdetto della giuria, con Ginnis che continua a rimanere in testa con quel centesimo in meno che gli avrebbe regalato la vittoria.
Albert Popov segna il ritmo della seconda manche disegnata dal suo allenatore con una prestazione di altissima qualità. Uno dei pochi a non interrompere mai l’azione e a spingere nei tratti di collegamento. Con scarti così risicati nella prima manche è riuscito a guadagnare tante posizioni, passando dalla 25esima al terzo posto. Con la scarsa visibilità i segni sul terreno non si vedevano e tutti hanno fatto una grande fatica, rendendo vano l’atteggiamento di totale attacco. Il podio per lui è un sogno pazzesco.
Lucas Braathen, pettorale rosso, ha rischiato di pagare molto cara quella prima manche male interpretata e chiusa in ventesima posizione. I suoi avversari però gli hanno dato una grossa mano, perché hanno fatto tutti una gran fatica a chiudere la run decisiva e allora ecco che le posizioni guadagnate a fine gara sono ben 12. Henrik Kristoffersen non ha fatto la manche mondiale ed è solo sesto così non riesce a rosicchiargli tanti punti. Il pettorale rosso è ancora saldamente sulle spalle di Lucas.
In questo giro gli slalomisti Azzurri tornano in patria a mani vuote. Tommy Sala stava sciando veramente bene andando all’attacco del podio con un’azione davvero efficace. Poi quando il pendio ha iniziato a spianare e bisognava tirarsi su, ha fatto l’opposto, rimanendo nel tracciato solo con una grattata pesante. Davvero peccato perché fino a quel momento poteva anche sognare il podio. È nono a 55/100 dalla vittoria: capito perché si poteva fare?
Alex Vinatzer (28°) mette il sedere per terra ma anche senza l’errore fatale che lo porterà a concludere in ultima piazza, non sarebbe andato così lontano. Più o meno come Stefano Gross (26°) che ci piazza una sana grattata quando bisognava cambiare ritmo in corrispondenza del piano finale. Giallo a Palisades Tahoe: Ginnis
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