Giacomo e Andrea: “Scusate ma questa medaglia, la più difficile, la dedichiamo a noi stessi!”.
“Tanta emozione, ma ve lo assicuriamo, questa gara, in particolare la seconda manche, è stata davvero tremenda, strettissima – dice Andrea. E io ho ancora il fiatone incalza Giacomo.
Queste la prima battuta di Giacomo Bertgnolli e la guida Andrea Ravelli, medaglia d’oro nello slalom paralimpico di Beijing 2022.
“Avevamo addosso una pressione incredibile, impossibile da gestire e ce la siamo portata dietro con noi in pista. Un tracciato insidioso, perché girava così tanto che tra una porta e l’altra ho avuto anche modo di pensare. Sentivo di essere troppo lento e per un attimo ho creduto che gli austriaci ormai ci avevano passato. Ma ho stretto i denti e accelerato al massimo perché nel ragionamento ci stava anche che se era difficile per me lo sarà stato anche per loro.
28 centesimi sono pochissimi e sono troppo felice perché avevamo l’obiettivo di superare le medaglie di Pyeongchang, non come numero ma come metallo, e ci siamo riusciti. Senza questa carotina davanti al muso forse non ce l’avremmo fatta.
Andrea: abbiamo dovuto fare la ricognizione esterni al tracciato. ci eravamo accorti che girava parecchio. Certo avevamo sei decimi di vantaggio ma Aigner ci aveva già dimostrato di poterli recuperare tirando fuori qualche asso nella manica. Quindi, quando si è aperto il cancelletto ci siamo lanciati senza pensare troppo. Certo è che non ci aspettavamo girasse così tanto. Mamma mia quanta fatica.
Rispetto alla prima manche siamo stati molto brillanti, una bella sciata. Nella seconda, in alcuni punti del tracciato non saprei proprio cosa avrei dovuto fare per andare meglio, anche se la sensazione non era così positiva come nella manche d’apertura. Sono curioso di rivedere come l’hanno affrontata gli altri.
Il punto non era quello di cercare di sciare meglio, ma riuscire a rimanere dentro! L’unica cosa che c’eravamo detti in partenza, andare a tutta e stringere i denti qualsiasi cosa sarebbe accaduto in pista, senza mai mollare di un millimetro. Sarebbe bastato tentennare in una porta che il risultato… ah, non farmici nemmeno pensare, è andata bene, alla grande!
Giacomo: Rispetto alle prime gare siamo stati travolti dalla voglia di migliorare assolutamente. Cosa non facile perché riuscire a superare le 4 medaglie del 2018, non è uno scherzo. Anzi, a dire il vero lo ritenevo quasi impossibile. Poi, gara dopo gara le medaglie sono arrivate una dopo l’altra e ogni giorno aumentava la consapevolezza di poterci riuscire. Ce l’abbiamo fatta grazie alla testa, perché prima di partire per Pechino, tra covid e infortuni vari, avevamo sciato poco e niente. Ora però davanti a noi c’è un grosso problema: come facciamo a migliorare questi risultati a Milano-Cortina?
Andrea: Come ha detto Giacomo, lui arrivava da una prima paralimpiade eccezionale in coppia con Fabrizio Casal. Eguagliare quel risultato per me era molto difficile. Sapevo però che in questi ultimi tre anni, avevamo lavorato molto bene. Certo è che lo slalom è la gara che abbiamo sentito più delle altre per mille motivi. Non eravamo tranquilli e sereni come nelle altre gare. È come se sentissimo il dovere di portare a casa una medaglia. E ce l’abbiamo fatta con i denti fuori fino all’ultima porta e anche dopo il traguardo, quando l’occhio è caduto sul tabellone del tempi!
Giacomo: La dedica? Visto che abbiamo avuto la possibilità di dedicare alle persone che per noi contano di più con le tre medaglie precedenti, se permettete questa va ad Andrea e a me. Lui si è veramente sbattuto tutta la stagione per essere sempre al top. Non ha mai sbagliato nulla. Mi ha portato in fondo a tutte le gare senza alcun errore. E per la mia mentalità questo ha avuto un significato fortissimo.
Andrea: Ha ragione Jack, questa è la nostra medaglia!
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