Interessante confronto tra Federica Brignone e Giulia Gallotti. Se Federica non ha bisogno di presentazioni, Giulia di certo non la conosce nessuno. E’ una ragazzina di 13 anni di Pavia che spara un sorriso dolce e splendente appena sente nominare la parola sci.
Giulia da cinque anni frequenta lo sci club Courmayeur Monte Bianco dove lavorano allenatori di grande prestigio. Qualche nome, Richard Pramotton, Rudi Picchiottino (Direttore Tecnico), Alberto Schieppati, Ettore Mosca Barberis, Simone Adriano e altri.
Li abbiamo incontrati a Les 2 Alpes con la squadra della categoria Ragazzi, presso l’hotel Panorama. Se per i coach si tratta di normale routine, per i ragazzi è una vera e propria esperienza. Per questo abbiamo scelto – a campione – Giulia, per comprendere quali sono le emozioni e i contorni di quella che per lei e per suoi compagni di squadra, è senz’altro una piccola grande avventura.
Naturalmente abbiano chiesto un breve riassunto del lavoro che si fa durante l’estate a uno degli allenatori, Simone Adriano, responsabile della categoria Ragazzi del Courmayeur. Assieme a lui Richard Pramotton, uno dei più grandi gigantisti della storia dello sci mondiale.
Siamo però andati un po’ oltre per capire se sono cambiati i tempi. Così abbiamo intercettato anche Federica Brignone alla quale abbiamo chiesto di tornare indietro al 2003, cioè quando aveva la stesa età di Giulia e di ricordare i momenti passati a Les 2 Alpes in estate. Il confronto tra Federica Brignone e Giulia Gallotti raccolti in un video er ainevitabile
Sappiamo che oggi è tutto più estremo rispetto al passato ed anche se Giulia non ha l’ambizione o l’obiettivo di diventare Mikaela Shiffrin, è disposta comunque ad accettare fatiche e sacrifici imposti dal sistema. Sveglia alle 5 del mattino, più di un’ora di coda all’impianto, quindi l’allenamento in pista, giusto il tempo della pausa pranzo e poi ancora attività fisiche.
La vita delle sue coetanee che probabilmente se la stanno spassando al mare, è decisamente più rilassante. Ma Giulia non farebbe cambio nemmeno sotto minaccia. Per lei lo sci club non è solo un’organizzazione che le permette di sciare. E’ un importante punto di aggregazione a tutto tondo. La passione per lo sci e lo spirito di amicizia fanno sparire qualsiasi affanno. E il “sistema” di cui Giulia è una delle tante protagoniste, offre straordinari momenti di crescita, certamente non solo fisica o tecnica.
E’ senz’altro un sacrificio notevole anche per la maggior parte dei genitori ma il “ritorno” è importante, poiché tra loro e i rispettivi figli non può che crescere il rapporto di fiducia. L’esperienza, l’educazione e il saper stare al mondo nascono in casa propria, ma in queste occasioni gli allenatori si sostituiscono a mamma e papà. Ed è qui che i ragazzi devono dimostrare intraprendenza e senso di responsabilità.
Altro discorso è la crescita tecnica. Molti si chiedono se non sia un tantino esagerato obbligare dei ragazzini ad alzarsi ogni giorno alle 5 del mattino e sorbirsi più di un’ora in coda. Probabilmente solo per essere i primi ad affrontare i pali e sfruttare così il terreno migliore. A lungo andare il rischio è che a 15, 16 anni, momento in cui gli interessi iniziano ad aumentare e il carattere a formarsi, lo sci da passione diventi incubo. Ma questo è un altro discorso molto delicato che affronteremo e approfondiremo nei prossimi interventi.