Federica Brignone è la Regina anche del gigante di Sestriere, non ce n’è per nessuno. Anzi, ce n’è per Petra Vlhova con la quale condivide la gioia della vittoria. Perché la slovacca è stata bravissima a a raggiungerla sul gradino più alto del podio. Tredicesimo successo in carriera, il terzo quest’anno, il settimo in gigante. Specialità che ora comincia a sentire sempre più sua, perché il suo petto sta diventando sempre più rosso. Come il pettorale di leader.
Anche nella seconda manche, come nella prima è stata geniale, a leggere il percorso. In una gara dove proprio la tattica, ovvero il metodo per adattarsi al terreno, si è rivelata fondamentale, rivela l’intelligenza di questa ragazza.
Aveva capito che per avere ragione di Vlhova e Shiffrin non bastava sciare soltanto bene e interpretare al meglio il manuale della tecnica. Le campionesse sanno affidarsi anche alla saggezza. E le ne ha in abbondanza.
Ma Vlhova è stata altrettanto brava. Anzi a dire il vero, nella seconda, è stata ancora più brava di Fede che ha commesso un errore di distrazione nella parte centrale. La slovacca invece, è stata assolutamente perfetta e soprattutto dispettosa nei confronti di Shiffrin che ha battuto per un solo centesimo! Di questi tempi ci sta! Mikaela Shiffrin ha fatto una manche stellare (miglior tempo) ed è sempre una goduria vederla sciare in questo modo, ma la gara l’ha perduta nella prima manche.
C’è da dire che quest’anno si sono verificate più situazioni che hanno fatto andare in frantumi il sistema nervoso dell’americana. Che è sempre grandissima e che vincerà la Coppa del Mondo. Ma a lei non basta. E se alcune sconfitte arrivano dalla sfortuna, proprio non le va giù.
È stata una gara comunque magnifica. Con prestazioni di altissimo livello da parte di tutte le migliori della prima manche. Wendy Holdener (4a) ha fatto capire alle giovincelle come si fa a stare sempre sul pezzo. Alice Robinson (5a) ci ha fatto vedere pieghe da paura, come la slovena Meta Hrovat (6a). L’unica a non ribadire la bella azione della prima manche è stata Viktoria Rebensburg che è retrocessa in settima posizione
Sembrerà quasi un assurdo, ma Sofia Goggia (9a) quest’anno merita più applausi per come scia in gigante che nelle sue prove veloci. Nella seconda ha compiuto un gesto atletico notevole. Nella prima parte sembrava la numero uno al mondo.
Poi il grande vantaggio accumulato si è leggermente affievolito sul piano. Però ora abbiamo una certezza assoluta: nelle prossime gare tra le porte larghe a sperare nel podio ci sarà anhe lei. Non ci riferiamo al senso del tifo che ci avvolge sempre e comunque, ma per una lettura tecnica pura. Goggia ha trovato i tempi giusti in questa specialità. Evviva Sofia!
Marta Bassino (10a) ci ha fatto venire prima una gioia immensa, ma col senno di poi è aumentato un lieve senso di rabbia per quella prima manche sciata così male. Con una seconda manche quasi perfetta ha recuperato qualcosa., ma il tempo da recuperare era eccessivo. È comunque confortante sapere che al di là di quell’incespicata, che Marta Bassino c’è!
È tornata tra le porte larghe Irene Curtoni ed ha fatto molto bene, perché se nella prima si era limitata a difendersi portando a casa una qualifica striminzita (28esima) nella seconda ho rotto gli ormeggi. Si è liberata da qualsiasi patema ed ha sciato al massimo delle sue possibilità.
E secondo noi si è anche divertita a tirare quelle curve, con il vento in faccia. La valtellinese ha recuperato la bellezza di 11 posizioni rimanendo sulla poltrona rossa fino all’austriaca Katharina Liensberger, scesa per 16esima. Alla fine si è classificata 18esima. Se pensate che sia poca cosa, andate al diavolo oppure ripensateci: ha fatto registrare uno dei migliori tempi di manche.