Alle 11.30 partirà la discesa di Garmisch Partenkirchen e oltre a seguire le vicissitudini dei top player vi consigliamo di prestare attenzione al numero 31. Lo indosserà Peter Fill.
Sarà la sua ultima discesa di Coppa del Mondo. Peter non correrà per vincere, come ha sempre fatto tutte le volte che si è presentato al cancelletto. Perché sa di non poter più competere a quei livelli, motivo per cui ha deciso che la sua carriera finisce oggi.
Nel programma di gara, è prevista una pausa di 4 minuti dopo la sua discesa. Ora, immaginare Peter vestito da tirolese fermarsi in corrispondenza degli allenatori e dei giudici Fis per distribuire Brezel, ci sembra improbabile. Ma qualcosa accadrà senz’altro almeno al traguardo.
Dedicargli 4 minuti è il minimo che la Coppa del Mondo possa fare, dopo tutte le emozioni che il 37enne di Castelrotto ha dato al Circo Bianco. Quattro minuti durante i quali bisognerebbe alzarsi in piedi per l’esempio che Peter ha regalato quale esempio di uomo di sport. Un atleta esemplare sotto tutti gli aspetti.
Non è l’unico, certamente. E il mondo non lo ha spaccato. E le tre Coppe del mondo di specialità (due di discesa, una di combinata) anche se non fossero mai arrivate, non avrebbero spostato di una virgola l’ammirazione che Peter merita.
Il suo futuro certamente lo deciderà lui, ma un personaggio così sarebbe molto utile averlo nel quadro tecnico della velocità Azzurra. Perché un giovane velocista dinnanzi a un suo consiglio terrebbe le orecchie spalancate. È comunque presto per capire quali saranno le sue intenzioni.
In quel minuto e 40 di gara ci passeranno in rassegna le sue gare più belle. Come la vittoria sulla Streif nel 2016, l’argento Mondiale a Val d’Isère 2009 in superG. O gli altri due successi di Lake Louise 2008 e Kvitfjel 2017. Ma ripetiamo non sono i successi ottenuti o mancati di un soffia che spostano l’ammirazione che Peter Fill merita.
Quindi attenzione al numero 31. E pronti per alzarci in piedi.