Marco Odermatt e Cyprien Sarazin sono di un altro pianeta. L’elvetico restituisce al francese i sei decimi presi ieri in Super G e conquista la vittoria in DH sulla “vera” Lauberhorn. Dominik Paris torna sul podio nonostante la pista gli sia indigesta.
Wengen è la gara più lunga di Coppa del Mondo con 30.000 tifosi a trascinare i campioni al traguardo, sicuramente una delle più affascinanti. Non importa se alcuni passaggi, come la stradina e il tunnel sotto i binari del treno, siano tratti oggi poco congruenti con le piste attuali. Sono proprio queste peculiarità, come il salto tra le rocce e l’ultima S dopo oltre 2 minuti di gara, a rendere questa una delle due discese iconiche di Coppa. Qui vincono solo i grandissimi dello sci, coloro che ambiscono a diventare mito.
Dopo aver rotto il ghiaccio la prima vittoria nella disciplina, proprio due giorni fa nel recupero di Beaver Creek sulla pista del Lauberhorn accorciata, Marco Odermatt ci ha preso gusto vincendo la “vera” Wengen e confermando che è lui il più forte. Ha sciato in modo impeccabile in tutti i punti chiave. Alla Kernen-S ha dato l’impressione di non frenare neanche con una piega pazzesca e la conduzione sullo sci sinistro fermo come su un binario. Velocità pazzesca e decimi guadagnati su tutti gli altri. Della serie come vincere una gara di quasi due minuti e mezzo in poche decine di metri.
Cyprien Sarazin dopo aver vinto ieri nel Super G è partito fortissimo, forse sin troppo carico. La sua foga gli ha fatto commettere un errore dopo il secondo intermedio. Questione di poche frazioni di metri all’ora che si perdono quando si colpiscono le porte a oltre 100 km/h. La maturità che gli aveva permesso di sciare meglio senza costringersi ad andare oltre il limite nella DH oggi non sempre si è vista.
Aleksander Kilde ha mostrato come la Lauberhorn porti il fisico oltre al limite. Il norvegese, guarito dall’influenza solo qualche giorno fa, è parso stravolto dopo il secondo minuto di gara. Nella S finale ha arretrato e non è riuscito a recuperare andando in rotazione e finendo dritto nella rete prima del traguardo. Una botta pazzesca, tanti momenti di paura, con ancora nella mente il volo di ieri che ha segnato la fine della stagione di Pinturault. Kilde non ha perso conoscenza ma le prime voci parlano di una frattura esposta che sarebbe sinonimo di stagione finita. La caduta ha riportato a galla le polemiche legate al recupero e, di fatto, a cinque giorni tra training e gare su una pista così fisicamente impegnativa. “Spero che questo serva di lezione perché una cosa del genere non si ripeta mai più” ha detto Odermatt dalla postazione del leader.
Gli azzurri a Wengen
Domme è partito velocissimo. Ancora non digerisce del tutto la Kernen-S, la sua criptonite, che gli ha fatto perdere quasi un secondo rispetto a King Odermatt. Consapevole di aver perso tanto tempo ha provato a tirare linee più dirette senza però riuscire a recuperare il tempo perso. “È stata dura ma bisogna stringere i denti per riuscire ad andare fino in fondo a tutta – ha detto – Sono contento perché ho provato a dare il massimo. Perdo ancora troppo nella parte centrale e recuperare nel finale è molto difficile. Il distacco dai migliori è importante ma il podio dà fiducia”.
Mattia Casse ha frenato un po’ troppo alla Minsch Kante, se ne è reso conto e poi nel tentativo di fare velocità ha sbagliato qualche linea senza riuscire a recuperare il tempo perso. “Ho migliorato di quasi due secondi il tempo dello scorso anno ma gli altri di quattro – ha detto – riguarderò i video”
Buona prova per Christof Innerhofer, che su questa pista ha vinto 10 anni fa. A discapito dei 39 anni e del pettorale 29 Inner ha tirato ottime linee riuscendo a dosare le forze e chiudendo a 4,31 dal vincitore e, al momento di scrivere, una preziosa top 20.
Schieder è partito dopo la lunga pausa per l’incidente a Kilde. Già in ritardo dopo il primo intermedio è andato in rotazione nella curva dei canadesi cadendo senza conseguenze se non per il DNF a fianco al nome in classifica. “Sono partito male sin dalla prima curva, sulla Mich Kante sono andato in rotazione, pesnavo di aver recuperato ma ho preso qualcosa che invece mi ha fatto cadere – ha raccontato deluso Florian –
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