Matthias Maier, l’austriaco forse meno celebrato del Wünderteam, ha conquistato la medaglia d’oro della discesa olimpica di Sochi. E ce l’ha fatta per soli 6 striminziti centesimi sul nostro Christof Innerhofer e 10 sul norvegese Kjetil Jansrud. Il tabellone dei tempi ci aveva però fatto assaporare il profumo dell’oro fino a due terzi di pista, quando l’Azzurro aveva fatto segnare parziali da record, o quantomeno talmente positivi da farci pensare più in grande. Ma l’oro di Matthias si è concretizzato negli ultimi 500 metri di pista, tratto dove Inner ha perduto quel mezzo secondo di vantaggio che aveva a metà pista. Per Christof questo argento significa un "YESSSS", ripetuto all’infinito quando al traguardo si è accorto di ciò che era risucito a fare in una gara che ha preparato e studiato proprio bene, con una cura maniacale per le linee. Gara che verrà probabilmente ricordata più per le delusioni che per le gesta dei vincitori. Dove sono finite le velleità di vittoria di Bode Miller e di Aksel Lund Svindal? O dei francesi Clarey e Theaux? E gli svizzeri Kueng, Janka, Feuz, Defago? Bode non devi mai aspettarlo perché è la volta che ti lascia l’amaro in bocca. L’americano non ha lasciato traccia della sua tanto attesa medaglia nella discesa olimpica. E’ stato la controfigura del Bode visto nelle prove. Ha voluto forse strafare combinandone un po’ di tutti i colori. Svindal non è invece riuscito a farci vedere quanto sa essere efficace la sua sciata strana, disordinata sopra, ma potentissima a livello di arti inferiori, che sanno come far scorrere veloci gli sci, specialmente su curvoni che fan scoppiettare i muscoli. Niente nemmeno lui oggi e il suo sogno di medaglia si è infranto a 19/100 dal bronzo del suo compagno di squadra Jansrud. I nostri hanno sciato bene ma hanno ceduto nella seconda parte di gara. Peter Fill, settimo, ha tenuto testa a Mayer fino al minuto di gara, poi la stanchezza ha avuto il sopravvento. Nessuna sbavatura ma atterraggi troppo duri sui salti. Stessa cosa per Dominik Paris, undicesimo, bravo fino al minuto di gara, poi ha perduto la linea un paio di volte, fatale quella su un tratto di poca pendenza. Abbastanza anonima la prova di Werner Heel, dodicesimo. Non ha commesso grossi errori, ma ha messo troppa aggressività su quei curvoni veloci laddove bisognava invece essere molto morbidi. L’argento di Christof Inenrhofer è comunque un regalo già grandissimo per i nostri colori. E servirà per dare una grossa atmosfera di positività a tutto l’ambiente. Oh yessss….!
Rank |
Bib |
Country |
Name |
Time |
Difference |
|
1 |
11 |
2:06.23 |
|
|
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2 |
20 |
2:06.29 |
+0.06 |
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3 |
8 |
2:06.33 |
+0.10 |
|
||
4 |
18 |
2:06.52 |
+0.29 |
|
||
5 |
7 |
2:06.64 |
+0.41 |
|
||
6 |
3 |
2:06.71 |
+0.48 |
|
||
7 |
14 |
2:06.72 |
+0.49 |
|
||
8 |
15 |
2:06.75 |
+0.52 |
|
||
9 |
9 |
2:07.03 |
+0.80 |
|
||
10 |
21 |
2:07.04 |
+0.81 |
|
||
11 |
17 |
2:07.13 |
+0.90 |
|
||
12 |
10 |
2:07.16 |
+0.93 |
|
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13 |
13 |
2:07.49 |
+1.26 |
|
||
14 |
27 |
2:07.79 |
+1.56 |
|
||
15 |
16 |
2:07.82 |
+1.59 |
|
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16 |
26 |
2:07.83 |
+1.60 |
|
||
17 |
23 |
2:07.86 |
+1.63 |
|
||
18 |
19 |
2:07.89 |
+1.66 |
|
||
19 |
6 |
2:08.00 |
+1.77 |
|
||
20 |
2 |
2:08.49 |
+2.26 |
|
||
21 |
22 |
2:08.50 |
+2.27 |
|
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22 |
5 |
2:08.96 |
+2.73 |
|
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23 |
1 |
TagsCoppaDelMondoSci |
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