Michelle Gisin pettorale numero uno è partita col timido tentativo di vincere la sua prima gara di Coppa del Mondo da single. Nel senso che una l’aveva vinta ma assieme alla sua squadra, nel team event di St. Moritz del 2016. Ebbene l’illusione è durata fino al numero 15, quello di Nicole Schmidhofer che sentiva questa gara come poche altre (1a nella terza prova e 2° qn quell del giorno prima). Per forza, anche lei da tempo cercava il primo successo in carriera in Coppa, anche se si ricorda bene dell’oro conquistato in superG ai Mondiali di St. Moritz. Questo comunque avevano detto le prove. 15 i centesimi di vantaggio su Michelle che su di lei ha perduto nella parte centrale. Abissali i distacchi inflitti dalla coppia di testa a tutte le avversarie. Chi c’è al terzo posto? Stephanie Venier che ha chiuso con un gap di 57/100? Sembrava andasse a finire così, ma per festeggiare bisognava attendere il pettorale numero 20, quello della tedesca Kira Weidl che si era anch’essa distinta in tutte le prove. Chiudendo a 5 decimi netti è riuscita a festeggiare un meritatissimo terzo posto. A bocca asciutta è rimasta Tina Weirather quinta a +0,59, al termine di una gara comunque poco brillante. Raramente l’abbiamo vista così scomposta in passaggi nemmeno così terribili. Ha sbagliato l’entrata del piano centrale e se ne è accorta, il resto è stato un tentativo di recuperare ma ha peggiorato la situazione. Ha sbagliato tutto Corinne Suter, spesso fuori linea, ha sbagliato tutto Cornelia Hutter che proprio qui aveva vinto, ha sbagliato Ilka Stuhec, + 0,79, ma il suo sorriso è assolutamente giustificato: era la prima! Ha sbagliato pure Viktoria Rebensburg, seconda l’anno scorso, caspace di prendere un secondo e mezzo solo nella seconda parte: sciare troppo sullo spigolo non è così vincente. Ha sbagliato Mikaela Shiffrin, l’eroina del 2017, ma 1″23 dicono tutto sulla sua performance che comunque vale la settima posizione. Detto che Anna Veith non ha azzannato nessuna (+1″58) e che Behrani non ha festeggiato il suo debutto proprio alla grande, bisogna parlare di Nadia Fanchini. Viene da fare un gesto di stizza. Stava andando come un fulmine, stava pennellando, stava probabilmente andando a raccogliere un risultato da podio, più vittoria che terzo posto. Ma proprio dopo aver superato alla grande i passaggi più difficili, si è seduta su una placca di ghiaccio ed è andata dritta per la tangente senza possibilità di rimanere nel tracciato. Maledizione! Federica Brignone ci ha capito poco. Per superare queste discese ci vuole una maggiore abitudine a correre a queste velocità. Col tempo la acquisterà perché le linee le sa fare. Qualche punto l’ha comunque portato a casa e se vogliamo fantasticare un po’, si sa che per vincere la Coppa del Mondo bisogna battersi anche sul terreno delle avversarie. In casa Azzurra la migliore è stata Nicol Delago (+2″11) che non ha fatto un garone ma pian piano si sta avvicinando verso un buon livello. E’ giovane e su di lei punta la velocità italiana per l’immediato futuro. La discesa della tedesca Weidl, scesa con il 2o, ha chiuso la gara perché tutte le altre hanno tagliato il traguardo con ritardi abissali, tranne l’austriaca Christine Scheyer, brava a infilarsi al settimo posto a 0,96/100. Questo è il livello nella velocità femminile.
Un’ultima notizia merita di essere data. Lindsey Vonn che sta cercando di rimettersi in piedi, chiuderà qui la sua carriera l’anno prossimo. Questa è la sua pista dove ha vinto ben 14 volte in discesa più 4 superG. Qualcosa da dire?
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