DH Bormio, Dominik Paris è mostruoso, la Stelvio è sua per la sesta volta, la settima considerando il superG vinto nel 2018
Quando Marco Odermatt taglia il traguardo con 8 decimi su Aleksander Aamodt Kilde, si è avuta la sensazione che questa volta per Domme sarebbe stato quasi impossibile salire sul primo gradino del podio.
Ma questo è la sua arena, la pista con la quale riesce a trovare una simbiosi incredibile e a parte i primissimi 20 secondi ha preso la testa chiudendo la partita. Nel tratto centrale dove il giovane elvetico era stato geniale, è riuscito a tenerlo a bada per mezzo secondo. Poi ha stretto i denti nell’ultima parte, dove marco è stato fenomenale, concludendo con 24 centesimi di vantaggio.
Vederli entrambi nel leader corner è stato bellissimo. È come se Domme avesse detto al fenomeno elvetico: “Hey ragazzo, sei forte, ma per battermi qui devi aspettare ancora qualche annetto!”
Una superiorità dimostrata da entrambi, rispetto a tutti senza se e senza ma. I vari Kilde, Kriechmayr e Mayer, li vedono da lontano, oltre il secondo. Ma davanti ai mostri sacri della velocità si è infilato Niels Hintermann che a questo punto diventa uno dei nuovi protagonisti della velocità. Terzo come in Gardena, davanti al primo austriaco che è a sorpresa Daniel Hemetsberger, a 19 centesimi dal podio che non ha ancora conosciuto. Poi un’altra bella sorpresa: il quinto posto del tedesco Dominik Schwaiger, quinto a +1″10. Non è il suo migliore risultato in Coppa perché nel 2015 fu quinto nel gigante parallelo. Poi ha iniziato a dedicarsi alla velocità raggiungendo il settimo tempo nella discesa a Beaver Creek.
Kilde e a Kriechmayr, sono sesti e settimi, mentre Mayer si è ritrovato in 12esima posizione, superato anche da Ganong e Clarey.
A Domme è bastato mangiarsi questa gara per indossare il pettorale rosso di leader della discesa con 227 punti contro i 219 di Mayer, mentre Hintermann è terzo con 178 punti, 9 in più di Kilde.
È stata la vittoria anche di tutto il team capace di trovare la soluzione perfetta anche a livello di set-up che probabilmente non tutti hanno azzeccato. Nella prima metà ha fatto la differenza per perdere qualcosina solo nello schuss finale.
Paris ha ricevuto subito i complimenti del presidente Roda seguito a ruota da Alberto Tomba!
Finisce il record di Beat Feuz che dal 2017 non è mai uscito dai primi dieci in discesa. Questa volta una linea affrontata con eccesso di sicurezza lo ha disarcionato. Non è successo nulla se non che si è sdraiato sul fianco fino a fermarsi nei pressi delle reti totalmente incolume. La Stelvio continua a essere la sua bestia nera.
Non un bella gara da parte di Christof Innerhofer perché 3″35 da Domme sono davvero tanti, ma il suo sguardo al traguardo è emblematico: come uno che non capisce il perché. Molto meglio Matteo Marsaglia – decimo – miglior tempo nella prima prova. Non era un fuoco di paglia perché chiudere la Stelvio con una nona posizione è tanta roba. Soprattutto se nel tratto finale, dove i muscoli diventano roventi, scopriamo che ha fatto segnare la velocità più alta. 1″33 il suo ritardo, a 53 centesimi dal podio.
Bravo anche Mattia Casse che non ha pennellato come avrebbe potuto nel tratto centrale a lui congeniale: una 16esima posizione che comunque conferma i progressi tecnici in discesa, considerando il periodo difficile che sta vivendo, avendo perso pochi giorni fa il papà Alessandro. Appena fuori dai punti Guglielmo Bosca che ha chiuso a + 3″14. Infine Pietro Zazzi che si era messo bene in luce ieri in prova guadagnandosi un posto oggi, taglia il traguardo in 29esima piazza ma i suoi primi punti non gli saranno assegnati perché purtroppo ha inforcato una porta. peccato.
Dominik Paris mostruoso Stelvio