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Con Fede si respira l’aria dei tempi di Tomba! E lei: “È tutto così incredibile!”

Quella sottile invidia nel descrivere di Mikaela Shiffrin imbattibile, Hirscher marziano, Odermatt irraggiungibile, oggi non c’è più. Perché Federica Brignone ci sta regalando quelle gioie che, senza scomodare la Valanga Azzurra, soltanto Alberto Tomba ci dava.

Altri tempi, altri atleti, ma la sensazione è proprio la stessa!

Non è un confronto tra Brignone e Tomba perché ha poco senso. I numeri sono ancora diversi e Alberto sarà per sempre unico e inimitabile, ma ci riferiamo all’entusiasmo che la nostra 34enne valdostana (ma anche un po’ milanese) sta diffondendo nel mondo dello Sport italiano e non più solo tra i fan dello sci.

Anche senza Mikaela e Petra Vlhova, il livello si è alzato notevolmente in gigante con quell’Alice Robinson sbocciata in tutto il suo splendore tecnico e una Lara Gut-Behrami che fa affidamento alla sua storia e al suo eccezionale impeto agonistico, per non mollare mai anche quando non gira tutto bene.

A inizio stagione Sara Hector era data stra favorita perché negli allenamenti argentini aveva un passo in più di tutte le altre. Ma questa stagione sta dicendo una cosa diversa: su sette giganti Federica ne ha vinti 4 ed è un peccato che negli altri tre sia uscita 8due vittorie di Hector e una di Robinson) perché la Coppa di specialità premia soprattutto la costanza di risultati. Ora ne mancano due e tutta porta a una risoluzione soltanto a quello finale.

È indubbio che Federica Brignone sia attualmente la sciatrice più forte al mondo, eppure il vantaggio di 190 punti nella generale non sottolineano questo suo strapotere. Insomma, non è di certo ancora finita e Lara Gut-Behrami è lì pronta ad approfittare del minimo passo falso.

È qualcosa di incredibile – ha detto Federica dopo la sua 34esima vittoria in Coppa del Mondo arrivata col secondo successo in due giorni sulla Kandahar di Sestriere. Oggi comunque avevo un po’ più di forze rispetto a ieri e sono riuscita a trovare il mio migliore sci, specie nella seconda manche.

Non è una questione di tracciato piò o meno favorevole, perché bisogna sempre sapersi adattare. Sono contenta di aver risolto quasi totalmente anche un problema alla schiena che ho da inizio stagione, anche se avevo preferito tenerlo nascosto.

Ci tenevo tantissimo a queste due gare, è un sogno vincere due volte in Italia nel giro di pochi giorni. Nella seconda manche non ho inseguito nulla di speciale: in questo sport non c’è da inventarsi l’acqua calda e se si pretende troppo si va fuori giri.

Non c’erano condizioni facili, la visibilità per le ultime non era ottimale. Sono andata all’attacco dopo una prima manche solida, eravamo tutte vicine e ho voluto tentare il massimo: ho cercato di prendere tutte le curve al meglio, di spingere dall’inizio alla fine. Mi sembrava di aver perso velocità in basso ed allora ho spinto a tutta. Oggi mi sentivo maggiori energie dopo la febbre dei giorni scorsi e sono contentissima.

E’ una stagione incredibile ma ci sono ancora tante tappe. L’anno scorso il mese di gennaio ha rovinato il mio cammino: ora voglio isolarmi e pensare solo alle mie gare, al mio sciare. Mi spiace aver perso punti in tre giganti, quest’anno, ma sono sempre andata all’attacco e sto mettendo in pista il mio miglior sci. Ed è una cosa molto positiva.

Sento tante persone vicine a me, in Italia e all’estero: a Sestriere ho sentito il boato lungo tutta la pista dopo che sono uscita dal cancelletto. Il tifo lo sento, magari non aiuta, ma da una bella sensazione. A La Thuile cercherò di gestire questa attesa: non ho mai vinto in casa, la pista mi piace molto e proverò a dare il massimo. Ora arriva Kvitfjell, in Norvegia: è una pista in cui bisogna leggere il terreno, spero faccia caldo per trovare una neve che mi piace, ma sono cresciuta molto in discesa, ci ho lavorato e cercherò di fare bene.

Io portabandiera a Milano-Cortina? Me l’hanno chiesto e naturalmente ho dato la mia disponibilità. Ma forse è ancora un po’ presto per parlarne”

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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