Max Blardone, portaci in pista!
Siamo partiti con un obiettivo ben preciso: intensificare il lavoro atletico. Direi che ci siamo riusciti: con 36 giornate di ritiro a Formi abbiamo più che raddoppiato il programma rispetto al passato. Perché questa scelta? Nell’analisi fatta alla fine della scorsa stagione abbiamo evidenziato che i nostri giovani non hanno un livello atletico adeguato alle situazioni con cui devono rapportarsi, ovvero sfidare gli atleti più forti d’Europa e del Mondo.
Sia Max Carca che Paolo Deflorian, responsabile dell’intera fascia giovanile, hanno così dato il là a un programma di preparazione più intenso. Che ha già dato ottimi frutti e alimentato la volontà di prevalere l’uno sull’altro su una pista di atletica come in palestra. Forza pura, resistenza, risposta elastica… tutto è cresciuto. Quella che poteva sembrare solo una sensazione ha trovato una risposta concreta a Ushuaia.
Parametrando i dati raccolti l’anno scorso con quelli di fine estate, il verdetto è stato unanime: tutti, dal primo all’ultimo, hanno aumentato la performance. La preparazione rafforzata ci ha permesso di aumentare anche il numero di curve sulla neve, se non il doppio ci siamo andati vicini. Insomma, avevano molta più benzina da spendere. La controprova della bontà di questa scelta,, forse ancora più oggettiva rispetto al responso del cronometro, è arrivata dagli stessi atleti: «Quegli ostacoli che prima ci mettevano in difficoltà ora riusciamo a superarli con una certa facilità».
Corrado Barbera in allenamento questa estate
Questo aumenta anche l’autostima, altro elemento fondamentale. Con questo non voglio e non posso dire che quest’anno vinceremo tutto, perché quando si mettono i bastoncini fuori dal cancelletto scattano altri fattori, però sono certo che adesso potranno giocarsela alla pari.
Avrete però stabilito degli obiettivi…
Assolutamente sì: conquistare in Coppa Europa più posti fissi possibili, classificarsi con una certa costanza in top ten, ottenere la qualifica nei 30 per chi indossa ancora numeri piuttosto alti. La Federazione ci ha messo a disposizione tutti gli strumenti che abbiamo chiesto, adesso però bisogna restituire la fiducia accordata portando a casa i risultati.
È migliorato anche il livello tecnico?
Altroché, ma è una conseguenza del lavoro fisico svolto. Poi, ripeto, in gara ci vuole anche testa, cuore e volontà. Se viene a mancare anche una sola di queste caratteristiche, ciao!
Tommaso Saccardi è stato convocato per lo slalom di Levi di Coppa del Mondo
Allora portaci dai ragazzi: Giangi Di Paolo ha definitivamente dimenticato l’infortunio?
Sì, ginocchio guarito, e fisicamente sta bene, tuttavia, non è ancora uscito del tutto da un certo stato psicologico che lo ha bloccato l’inverno scorso. Qualche tarlo gli è rimasto. Ci sono atleti che al rientro da un infortunio ritrovano subito se stessi, altri, forse la maggior parte, hanno bisogno di più tempo. La cosa importante è non piangersi addosso in attesa che qualcosa o qualcuno sblocchi la situazione. Giorno dopo giorno la sua fiducia è aumentata, non sarà il primo a entrare in forma, perché a inizio estate ha dovuto risolvere qualche problema muscolare, dunque, non si è presentato a Ushuaia sullo stesso piano degli altri, ma credo che già a gennaio potrà dire la sua, perché il talento non gli manca di certo, ha dei piedi d’oro!
Davide Leonardo Seppi e Stefano Pizzato
Edoardo Saracco l’inverno scorso, è passato da manche strepitose ad altre eccessivamente sotto tono…
È tra i più giovani e questi alti bassi ci stanno. Ha poi subito diversi acciacchi che ne hanno interrotto l’attività. A Ushuaia ha preso una bella sventola e ci ha messo qualche giorno per tornare in bolla. Ma nonostante questo mi piace come scia questo ragazzo. Conoscendo la sua situazione pensavo facesse più fatica in Argentina, invece è uscito alla distanza.
Stefano Pizzato
Chi ha fatto il salto più lungo dopo l’estate?
Stefano Pizzato dal punto di vista fisico. Raramente ho visto un atleta giovane darci dentro in quel modo ed ora ha una massa muscolare notevole. Credo possa fare una buona stagione in gigante, mentre in slalom è un po’ più indietro. Anche Davide Leonardo Seppi ha più massa e non vedo l’ora di vederlo in gara perché è deputato a eccellere in Coppa Europa. Sottolineo anche Tommaso Saccardi, serio, concentrato e più sicuro sugli sci.
Corrado Barbera è il numero uno della squadra?
Corrado, sta facendo un buon lavoro, si impegna e sta proseguendo la sua strada con i suoi tempi, con i suoi ritmi. Ha vinto l’oro ai Mondiali Junior, ha assaporato la Coppa del Mondo, ora è arrivato il momento di mettere assieme tutto ciò per cui ha lavorato fino a oggi. Non voglio caricarlo di responsabilità eccessive o generare l’ansia di vincere. Non è un dentro o fuori. Però tutti gli atleti ambiscono, un giorno, di raggiungere l’alto livello per potersi giocare chance importati. Non deve fare altro che dimostrare le sue prerogative tecniche, perché i numeri li ha, tirare fuori il carattere giusto e fare un ulteriore passo in avanti, con tanto lavoro, umiltà e massima concentrazione. Siamo pronti a dargli il «5».
Alessandro Pizio
Per Alessandro Pizio più slalom che gigante?
Una vera sorpresa: lo abbiamo riscoperto gigantista. Ha lavorato davvero tanto in sud America. Da giugno in avanti non ha perso una giornata. Si è subito adattato ai nuovi materiali, è cresciuto sia in gigante che in slalom, ma soprattutto ha dimostrato un ottimo adattamento su tutti i tipi di neve. Fisicamente, ma non lo scopriamo solo oggi, è una macchina da corsa. Tra le porte larghe ha la curva molto lunga, sempre ben collegato e solido con la parte addominale il che gli permette di mantenere l’azione sempre sotto controllo. E, cosa non di poco conto, riesce a strappare dei tempi interessanti. Senza dimenticare i problemi fisici che ha subito nelle ultime stagioni. Quindi, se inizialmente veniva inquadrato di più come slalomista, or possiamo spostare il tiro anche in gigante.
Andrea Bertoldini
Francesco Zucchini è il più giovane!
È un po’ la new entry. L’ho conosciuto l’anno scorso in sud America e mi aveva colpito subito. È in possesso di doti non comuni e possiede la giusta umiltà. L’anno scorso si è presentato in Coppa Europa con un paio di scarponi più agonistici che da gara, diciamo da negozio. Stessa cosa per gli sci. Nonostante questo «pacchetto» non così adeguato al circuito continentale, ha sfiorato la qualifica nei 30 più di una volta.
Francesco Zucchini
Il posto in questa squadra se l’è meritato. Anche lui si è messo a lavorare a testa bassa e nel primo periodo ha dovuto dedicare del tempo per adattarsi al materiale nuovo, questa volta all’altezza. Un conto è abituarsi a uno sci di pari tipologia, ma lui ha dovuto fare un salto un po’ più alto che ha messo a dura prova la sua struttura fisica. Che non è per nulla fragile ma non ancora così potente. Stiamo parlando di un 2003, tempo per crescere ne ha da vendere. Se riuscirà a lavorare come ha fatto negli ultimi 4 mesi potrebbe anche bruciare qualche tappa. È auspicabile perché non ho cambiato il mio punto di vista: non esistono atleti giovani o vecchi, ma lenti o veloci! Ci sono atleti della sua età già in Coppa del Mondo o sul podio in Coppa Europa.
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