Per la maggior parte degli appassionati il nome Vicky Bernardi dice poco, ma molti degli addetti ai lavori sanno che è una tosta. Soprattutto colui che l’ha presa in mano dal primo anno Aspiranti fino all’estate scorsa, quando è entrata in C per essere poi arruolata nell’Arma dei Carabinieri.
Stiamo parlando dell’allenatore Massimo Longhi che con la stagione scorsa ha interrotto il suo rapporto con l’Amateur Ski Team Badia (l’ex Ladinia) dopo 23 anni di collaborazione.
Immagine fresca, fresca con Vicky Bernardi e la medaglia d’argento vinta in discesa ai Mondiali Junior di St. Anton che condivide con lo skiman Patrice Revil
“No, non sono sorpreso di questa medaglia – dice Massimo – perché Vicky ha il temperamento per diventare una protagonista dell’alto livello, anche se la strada è ancora lunga. Peccato per quei tre centesimi perché vederla alle finali di Coppa avrebbe fatto venire i brividi a tanta gente da queste parti“.
L’allenatore Massimo Longhi con Vicky Bernardi ai tempi dello sci club Amateur Ski team Alta Badia
Soprattutto a papà Werner e a mamma Nicole, originali della Val Gardena ma trasferitesi in Badia dove oggi gestiscono uno degli alberghi più belli della zona, il CiasaSoleil, struttura che si affaccia sul Ladinia di Varallo. La residenza comunque, Vicky l’ha mantenuta in Gardena, dove ha frequentato la scuola dello sport Ite Retiae seguendo i programmi scuola-sport della responsabile Lidia Bernardi (presidente del Gardena), con la quale però non esiste una parentela.
Massimo, che tipo è Vicky?
Un bel tipino, una tosta, di carattere e grande determinazione
Nel senso che quando si mette in testa una cosa…
Nel senso che quando prende una decisione quella è. Ci arriva con la testa e dopo le prove necessarie per costruirsi un’idea precisa. Poi da lì difficilmente si smuove, ma anche l’intelligenza per cambiare idea. Come quell’anno, quando era nella categoria ragazzi che decise di piantarla lì per dedicarsi allo snowboard. Poi, per fortuna, è tornata sui suoi passi e oggi è vice campionessa mondiale junior. Ma anche di questo non mi stupisco pià di tanto. Non vinci il titolo aspiranti in discesa e superG per caso…
È nata velocista?
Chi? La Vicky? Se ti racconto come lo è diventata non ci credi! Il primo anno le avevo consigliato di andare a fare il Challenge gardena al Piz Sella per provare la discesa perché la situazione era abbastanza facile. Lei si oppose, non voleva proprio sentir parlare di discesa e si iscrisse solo al superG. Poi, nel corso della stagione faceva un po’ fatica sia in gigante che in slalom allora ritornò sui suoi passe e decise di debuttare in discesa. La prima occasione era ai Campionati Italiani sulla pista Volata che è tutto meno che una pista facile! Si presenta alle prove, pronti via e finisce dritta, dritta nelle reti. La raggiungo e mi dice: “Basta slalom, d’ora in poi solo discesa!”. Ecco, da qui si capisce che razza di carattere abbia questa ragazza.
Grigoletto, il suo allenatore nella squadra C, però dice che è forte in tutte le discipline…
In questo Grigo ha perfettamente ragione è polivalente ai massimi. In Combinata, finché resiste come disciplina, può togliersi parecchie soddisfazioni.
In superG come se la cava?
Dev’essere un superG tosto, con velocità alte e difficoltà tecniche elevate. A lei non piace tanto la curva lunga ma quella veloce. Se capita un gigantone dove non si va avanti, invece fa fatica. Dinnanzi a una situazione come quella trovata a Bardonecchia l’anno scorso agli Italiani, si trova a meraviglia. Ripeto, quando ci vuole pelo e tecnica lei può anche alzare la mano perché sa la risposta! Ma non è la classica slittona. La Karl Schranz mi sembra possa ben adattarsi alle sue caratteristiche ma meglio non dire niente…
Da sinistra, Emmi Frenademez, Vicky Bernardi ed Ellen Pedevilla al parter della Gran Risa dopo aver fatto le apripista. Per Massimo, che le ha allenate, è una foto ricca di significato: tre amiche nella vita ma rivali in pista. Si tiravano a vicenda. Poi Emmi ed Ellen non riuscirono più ad andare avanti
Caratterialmente è umore-dipendente?
È una ragazza che ha testa. Di buono c’è che non si fa condizionare dal risultato né quando va bene e nemmeno quando va male. Anzi diciamo che quando le cose non girano come dovrebbero cerca di trovare la soluzione invece di disperarsi. Sa benissimo che ogni gara è diversa dall’altra e se una volta è andata male, la prossima potrebbe andare benissimo. Perché è cosciente delle sue possibilità e capacità. Poi riconosce il senso della rivalità, possono girarle le scatole se un’avversaria l’ha battuta ma sfrutta tali episodi per caricarsi ancora di più.
Come slalomista come la vedi?
Lei non ci crede tantissimo, diciamo che a volte scende quasi più per arrivare che per ottenere chissà quale risultato. Attenzione però, non è sufficienza ma più di una volta mi ha confidato una cosa che sembra una barzelletta ma evidentemente ha un senso: “Ale, cosa vuoi che ti dica, a volte ho più paura in slalom che in discesa. Non temo a fare le curve a cento all’ora, ma in slalom vedo questi pali che mi arrivano in fretta addosso e cerco più che altro di arrivare in fondo senza danni! So che potrei rendere di più ma cerco solo di arrivare“. Eppure spesso quando è qui in valle ci alleniamo saltuariamente anche assieme a Manuel Ploner per cui l’esempio non le manca. Magari un giorno scoppierà la scintilla, chissà! E poi non dimentichiamo che ha dei bei numeri anche in gigante. Comunque è sicuramente in buone mani e i tecnici sapranno bene indirizzarla verso la strada migliore. Chi è Vicky Bernardi argento Chi è Vicky Bernardi argento Chi è Vicky Bernardi argento
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