Ok, ogni tanto con i titoli si può anche scherzare, ma questo non è un proprio un gioco, perché Carlotta e Roberto Saracco, figlia e padre, atleta e allenatore sono davvero una coppia speciale. E forse anche naturale. Un coach di spessore, che ha condotto per anni una squadra intera ai massimi livelli dello sci mondiale.
E che si ritrova in casa due ragazzi (c’è anche Edoardo, neo carabiniere) attori del suo mondo, ci sta che a un certo punto si ritrovino assieme. Anzi, lo sci è ricco di esempi. Basta guardare al passato o più semplicemente al presente, passando così da Girardelli a Kristoffersen, da Janica Kostelic a Mikaela Shiffrin. Padri o madri allenatori o comunque nel team.
Questo è un caso un po’ diverso, ma senza rivangare il perché e il percome, ora Roberto allena Carlotta. Che si è messa sotto, ancora una volta, per cercare di riconquistare la maglia Azzurra perduta.
Ancora una volta perché, tra i trofei finora conquistati, ci sono anche due crociati ricostruiti, quindi doppia ripartenza. Il fatto è che non stiamo parlando di un’atleta navigata a fine carriera. Carlotta ha 21 anni (10 luglio 99), la sua storia è praticamente appena iniziata. E ora si trova in quella fascia diabolica nella quale è necessario graffiare a ogni occasione per conquistare e mantenere il posto in squadra, e poi giocarsela.
Ecco, Roberto sta cercando di aiutarla in questo cammino. E a sfogliare le classifiche della 4 giorni di Solda possiamo dire, con poco margine di errore, che Carlotta è proprio in buone mani! Partiamo proprio da qui, con Roberto che ovviamente era nella località altoatesina con un gruppetto di atleti, Carlotta compresa
Ti aspettavi che Carlotta si dimostrasse già su questi livelli?
Non so se me li aspettavo, ma di sicuro li ho cercati! Il mio obiettivo ora è questo. E con Carlotta proprio su questo ho lavorato molto seriamente. Intendiamoci, in maniera tranquilla, cioè senza andare a sciare ogni week end, però quando ci siamo trovati sulla neve c’è stata molta intensità. Poi, ti dirò, lei ormai è un’atleta formata, si affida a un preparatore top, alle cure di Roberto Manzoni, ha sulle spalle qualche anno con la squadra, quindi…
Ma che Carlotta hai trovato quando l’hai presa in mano?
Psicologicamente un po’ giù. Anzi il termine giusto è, un po’ insicura. Questo lo intravedevo quando sciava. Sai, il nostro è uno sport di fiducia. Quando ce l’hai gli adattamenti riescono con estrema facilità, se invece la perdi…
Tentennava più in gigante o slalom?
Non è questione di specialità. È bene ricordare che lei fino all’anno scorso era una Junior e questo è il suo primo anno Senior. Poi a causa degli infortuni ha perso due stagioni. Funzionalmente Carlotta ha 19 anni, quindi è nel pieno della crescita motoria, mentale e soprattutto motivazionale. In seconda battuta ti dico che Carlotta è sempre stata una polivalente. Ha vinto il titolo di superG quando era Allieva, specialità dove era andata bene il primo anno Giovani, agli Yog, ai Mondiali Junior. Non un fenomeno ma sai, la velocità bisogna praticarla, altrimenti…
Come dobbiamo considerare i risultati di questi giorni?
C’era un buon livello con un discreto gruppo di atlete esperte già più volte viste in Coppa del Mondo. Vedi la Moltzan, la O’Brian, entrambe nelle quindi nel gigante di apertura di Sölden. In slalom una certa Meta Hrovat, la Stiegler che avrà anche la sua età, ma di esperienza ne ha da vendere! Insomma, credo che il valore fosse considerevole. Anche perché le piste erano belle toste, preparate benissimo. E tutti, anche i numeri alti, hanno potuta giocarsela al massimo delle loro possibilità.
Cosa deve succedere ora perché rientri in squadra?
Indipendentemente da questo, che rimane un obiettivo, noi cerchiamo di andare forte. Non dobbiamo farci prendere da questo assillo, perché la Federazione deve fare le sue scelte. A Carlotta non resta che lavorare e lavorare in virtù dei prossimi appuntamenti. Se va bene ritengo che i tecnici della Coppa Europa la terranno in considerazione. E se questo capiterà, starà soltanto a lei dare il meglio per proseguire il suo cammino verso l’eccellenza. Il primo step però è la convocazione. Perché far parte della squadra o meno, non pregiudica la partecipazione né alla Coppa Europa né alla Coppa del Mondo.
Dunque si può proseguire con il Team Saracco…
Io sono a disposizione di Carlotta prima di tutto come papà. Allo stesso modo come tecnico, non cesserò mai di aiutarla dal punto di vista tecnico. Se poi dovesse rientrare in squadra io mi metterò in disparte come d’altra parte è accaduto negli anni scorsi e com’è giusto che sia.
Un’ultima battuta tecnica: su cosa state lavorando di più?
Per alcune cose Carlotta si sta scoprendo adesso. Sai cosa, ha esordito a certi livelli talmente forte che ha saltato alcuni step. E questo non sono certo sia stato un bene. È cresciuta troppo in fetta. Lei ne è consapevole e con molta umiltà si è messa a ripassare anche alcuni fondamentali. Una specie di reset. Con le caratteristiche che ha, il piano direi che sta funzionando. Poi sia chiaro, il livello cui aspira un’atleta è ancora un altro, ma la strada per arrivarci è questa.
Se a inizio estate l’hai trovata un po’ col morale sotto i tacchi, dopo Solda sarà pur cambiato l’umore…
Carlotta è una ragazza che subisce abbastanza le emozioni, belle e brutte. Perché è una ragazza di cuore. Adesso è davvero molto felice. Ma domani è un altro giorno…
A proposito, programmi?
Un po’ di riposo, richiamo atletico e poi vediamo cosa ci permetterà di fare questa situazione davvero complicata per tutti. Carlotta e roberto una