La stagione post olimpica delle squadre canadesi rischia di essere complicata, gli sponsor mancano, ma la causa non è da ricercare solo nei risultati non proprio esaltanti dell’ultimo inverno, anzi. A preoccupare i vertici federali è il caso di abusi sessuali scoperchiato dopo vent’anni di silenzio da un gruppo di sciatrici fra cui Geneviève Simard, cinque volte sul podio in Coppa del Mondo con la vittoria in superG a Cortina nel 2004 come perla di un’ottima carriera. Sotto accusa, oltre all’ex allenatore Bertrand Charest, oggi cinquantaduenne e all’epoca responsabile della squadra di giovani promesse, c’è proprio la federazione, incapace di proteggere le sue atlete fra il 1996 e il 1998.
Nel dicembre del 2017 Charest è stato condannato a 12 anni di prigione con 37 capi d’accusa di abusi sessuali, ma solo sei mesi dopo, lo scorso giugno, quattro delle sue vittime hanno potuto raccontare come il sogno di diventare campionesse di sci si fosse trasformato in incubo proprio negli anni più difficili, quelli dell’adolescenza.
Come ampiamente documentato dal sito della Cbc e da altri portali canadesi, Geneviève Simard, Gail Kelly, Anna Prchal e Amelie-Frédérique Gagnon (nessuna parentela con Marie-Michèle), fra i 12 e i 19 anni all’epoca degli abusi, hanno ammesso di temere per le nuove generazioni se la federazione non starà più attenta alle persone cui affida il delicato compito di far crescere i suoi atleti. Qui la notizia completa redatta dalla CBS:
https://www.cbc.ca/news/canada/montreal/bertrand-charest-victims-speak-publicly-1.4689929
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