Federica Brignone al traguardo di Rosa Khutor: “Che bello tre pettorali rossi! Ma non mi fermo!
C’è grande soddisfazione in casa Italia al termine del supergigante femminile di Sochi che regala alla formazione diretta da Gianluca Rulfi un’altra grande doppietta.
Federica Brignone ha dimostrato di essere nel momento migliore della carriera in una stagione che le ha regalato il quarto trionfo e l’ottavo podio.
“Dopo l’esito del supergigante di settimana scorsa a Bansko in cui sono caduta quando era veramente ad un passo dalla vittoria, volevo veramente riprendermi ciò che avevo perduto – racconta la valdostana -.
Sochi non si adatta troppo alle mie caratteristiche, è una pista molle, senza particolari pendenze, la velocità era relativamente bassa, ma ho provato ugualmente a spingere.
Ho commesso un grossissimo errore a metà del percorso, guardando i tempi mi sono resa conto di avere lasciato per strada oltre mezzo secondo, tuttavia l’obiettivo era affrontare ogni curva al 100% ed è stato quello che ha fatto la differenza
Nella parte conclusiva si scivolava tanto, sotto la neve era devastata. Sono contenta che siamo riuscite a correre dopo tutte le cancellazioni di questi giorni.
Complimenti agli organizzatori che da due anni si impegnano per riuscire a farci partire, sabato hanno ribagnato completamente il tracciato svolgendo un lavoro eccezionale.
Sono contenta di essere venuta in Russia perché sono stata a lungo indecisa, ho deciso solamente all’ultimo.
Mi godo questo felice momento, indosso il pettorale rosso in tre specialità, ho già fatto il mio personale record di punti in carriera, significa che le scelte prese con lo staff e il lavoro svolto quest’anno mi stanno permettendo di essere competitiva in tutte le condizioni.
Non mi fermo certamente qui, nel resto della stagione ci sono ancora tanti obiettivi da raggiungere, sono orgogliosa di essere comunque vicina alla Shiffrin anche se non penso alla classifica generale.
Lei ha troppi slalom nei quali può fare certamente la differenza nei confronti della sottoscritta, per cui continuo a guardare gara per gara, manche dopo manche. L’importante è che continui a divertirmi come ho fatto sinora”.
Sofia Goggia ha raggiunto il primo podio nel nuovo decennio. “Sono rimasta un po’ sorpresa al traguardo nel vedere il mio cronometro, pensavo sinceramente di non essere arrivata seconda – spiega la bergamasca.
Sono stati giorni confusi, dove l’indecisione è stata massimo fra prove fissate e mai disputate, così come la discesa.
Per me è stato difficile dal punto di vista psicologico, non facevo velocità da una settimana e da un certo punto di vista correvo al buio perché non avevo mai sperimentato la protezione alla tibia dolorante, posizionata fra la calza e la scarpetta.
Però l’obiettivo era quello di non provare dolore nel momento della pressione sullo sci e credo di averlo ottenuto, diciamo che oggi ho fatto un “come back” alla Goggia.
Tiro fuori il meglio di me quando sono con le spalle al muro. È stata una gara strana, il tracciatore ha messo angoli talmente accentuati dove bisognava girare la testa per capire la direzione da affrontare, la pista è stata tirata in piedi in qualche modo, sotto la neve era marcia e sono contenta per questo podio.
Faccio i complimenti a Federica per la sua bella vittoria, oggi era un gigantone e in queste condizioni noi italiane andiamo fortissimo. Quando si conquista un podio in una gara dove non sai nemmeno se sarai in partenza, è sempre un aspetto positivo, oltretutto in un periodo difficile per me e tutto ciò mi dà molta fiducia.
In realtà quest’anno vado forte in allenamento, mi è mancata la costanza in gara. Adesso andiamo a Garmisch, dove l’anno scorso sono arrivata due volte seconda al rientro dopo l’infortunio al malleolo. Credo proprio che ci divertiremo“.