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Beijing, svelata la pista Rock, Inner terzo tempo, ma salta

Beijin, svelata la pista Rock, Inner il più veloce, ma salta
Tempo, splendido, neve ideale, temperatura esterna a +17 gradi, vento in cima per qualcuno e una pista Rock che finalmente, con la prima prova della discesa olimpica maschile, si è mostrata al mondo.

Un percorso, quello dei giochi di Pechino, molto particolare, insolito all’occhio che vede un serpentone tagliare in due uno scenario roccioso per l’intero percorso, tranne il tratto iniziale. Situazione davvero insolita, rispetto alle Alpi e o all’ambiente nord americano.

Diciamo subito che essendo la prima volta per tutti, si è trattato di una ricognizione veloce più che di un vero training. Una discesa con tanta curva e priva di tratti di pura scorrevolezza, stile stradina di Kitz per intenderci.

Un punto si rivelerà fondamentale e decisivo, a meno che, dopo la terza prova, tutti riusciranno a trovare la giusta misura per superarlo senza problemi, perdendo quel ruolo di passaggio chiave.

In quella porta molti, tra i primi partiti, hanno saltato, guadagnando non poco. Quindi il tempo non può essere preso in considerazione. Tra questi c’è Christof Innerhofer che troviamo terzo in classifica a 26/100 dall’elvetico Stefan Rogentin, anche lui con passaggio irregolare. Proprio come il francese Matthieu Bailet, quarto a un centesimo da Inner. Che è rimasto secondo fino all’arrivo dello spagnolo Adur Etxezarreta, dietro a Rogetin, con lo stupore di tutti, di soli 8 centesimi. E senza saltare porte, almeno, per quanto hanno mostrato le immagini.

Fino alla discesa dello spagnolo, il tempo migliore con passaggi regolari lo aveva formato il canadese James Crawford a 34/100 dal capofila, che potrebbe inserirsi in cima alla lista degli outsider.

Il passaggio incriminato risulta difficile perché c’è da prendere tanto anticipo, quasi a sfiorare le reti, per affrontare una curva stretta verso sinistra. Gli sci si staccano e se la linea scelta è abbondante, quando si atterra dal salto, si rischia di saltare la porta.

Christof si è aperto in volo, come spesso gli capita, e non è riuscito a superare regolarmente il tracciato, ma la linea è sembrata quella giusta. Sarà interessante vederlo domani. Ha tenuto poi sempre giù il piede come Matthieu Bailet e come Rogetin che su quel salto l’ha rischiata proprio!

Da quel punto in poi, il tracciato visivamente non sembra particolarmente difficile e non ci sono passaggi spettacolari. Ma è una bella pista, tecnica e veloce, ideale per l’occasione olimpica. Il secondo passaggio più complicato è l’uscita da una parabolica, perché se non si dosa bene il peso sul piede destro, si rischia di perdere diversi decimi.

La parabolica

La sensazione è che i distacchi saranno molto contenuti. Certo è che il minimo errore di linea si pagherà a carissimo prezzo.

Se vogliamo guardare la classifica, tedeschi belli arzilli, con Simon Jocher quinto a 13 centesimi, Romed Baumann ottavo a 19/100. Tra gli austriaci, Matthias Mayer salta due porte, ma aveva anche il pettorale numero 1! Max Franz è settimo a 27/100, davanti a Johan Clarey.

Dominik Paris, partito col 3 lo mettiamo nel gruppetto dei big, scesi con molta circospezione. Come Beat Feuz e Marco Odermatt. È sembrato un po’ più avanti, invece, Aleksander Aamodt Kilde, che le porte le ha fatte tutte e ha firmato il settimo tempo. Per quel che vale questa prima prova, è sicuramente il candidato numero uno per l’oro.

Domme segna un +1″89 ma lui le porte le ha fatte tutte. Poco meglio Matteo Marsaglia: +1″63 che ha scelto di frenare un po’ troppo su quel passaggio ostico per tutti. Dopo questa prima sgambettata, possiamo dire che tutti e tre Azzurri se la possono giocare alla grande!

Insomma, la classifica è davvero poco indicativa e probabilmente non lo sarà nemmeno quella di domani. La terza invece comincerà a essere molto più interessante. Il bello di questa situazione è che non ci sarà spazio per fare pretattica, come spesso capita nei training, proprio perché non c’è una storia dietro. Quindi gli atleti proveranno soluzioni gara più del solito, per verificare se la tattica scelta può rivelarsi efficace.

Inoltre, la pista diventerà presumibilmente più veloce, dura e mossa, dunque più difficile e spettacolare.

Come nota da rimarcare assolutamente, la presenza di Kjetil Jansrud che, protetto da un tutore, come aveva annunciato qualche giorno fa, ha rimandato l’operazione per non perdersi l’ultimo suo appuntamento Olimpico. È qui per esserci non certo per cercare di vincere una medaglia, obiettivo davvero troppo distante per lui. Beijin svelata la pista Beijin svelata la pista

LA CLASSIFICA

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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