Nello sci alpino valutare con precisione la capacità di equilibrio è fondamentale, così come lo è la rilevazione con più variabili.
Dopo una prima analisi attraverso la pedana stabilometrica statica (dove la piattaforma di appoggio è stabile), si passa alla valutazione funzionale attraverso una pedana stabilometrica dinamica. Qui l’appoggio instabile costringe l’atleta ad un costante adattamento neuromotorio. I dati raccolti da questo test, oltre a quelli in condizione statica, creano un quadro di riferimento della capacità di gestione dell’equilibrio da parte dell’atleta. Si evidenziano le caratteristiche di ordine biomeccanico che potranno essere valutate nel corso della carriera del soggetto.
RISULTATI DEL TEST EFFETTUATO A PIEDI NUDI
RISULTATI DEL TEST EFFETTUATO CON GLI SCARPONI
Nel grafico qui sotto, si può vedere il gomitolo, che corrisponde con la proiezione del baricentro sulla pedana, i quali movimenti provocano un movimento della pedana e quindi un’instabilità
Il RISULTATO è il valore in gradi di quanto la pedana si è discostata rispetto allo 0° e quindi rispetto alla centralità.
Il SETTORE DI MAGGIOR STAZIONAMENTO ci indica la direzione in cui è stata inclinata maggiormente la pedana, quindi la direzione di maggior fiducia. Più centrato e piccolo è il movimento meglio è.
L’AREA DI MAGGIOR STAZIONAMENTO ci indica la posizione del radar in cui il COG (Centre of Gravity) ha stazionato maggiormente, quindi più alta sarà la percentuale nell’area verde maggiore sarà la percezione di stare al centro.
La Dev. Standard del TRONCO ci indica i compensi effettuati con il tronco, quindi maggiori saranno questi compensi, minore sarà il controllo del core addominale nella gestione dell’equilibrio.
RISULTATI DEL TEST EFFETTUATO SULLA PEDANA A PIEDI NUDI
RISULTATI DEL TEST EFFETTUATO SULLA PEDANA CON GLI SCARPONI
“Importante questo test nello sciatore, soprattutto nella prova con gli scarponi, per capire dove viene ricercato l’equilibrio. E capire altresì se c’è il rischio di sovraccarico e se c’è un buon controllo del core addominale nella gestione dello stesso. Questo avviene per il fatto che lo scarpone vincola l’articolazione tibiotarsica. Si devono dunque ricercare strategie di gestione dell’equilibrio differenti”. Questo è il commento della Dott.ssa Martina Cavedon, specialista nella valutazione funzionale e biomeccanica dello sportivo.
Quindi, dall’analisi funzionale di laboratorio, avremo anche maggiori informazioni sulla tipologia di allenamento da effettuare per migliorare questo importante aspetto motorio. L’analisi dei dati desunti dalla valutazione funzionale per,
“programmare un training personalizzato e ottimizzare i carichi, anche di tipo psicomotorio, per ridurre i compensi del tronco” (dice il Dott. Alessandro Giurelli, responsabile palestra Move Different). Tutto ciò per migliorare la prestazione ma anche (e soprattuto) per prevenire potenziali infortuni determinati dalla non precisa gestione dell’equilibrio dinamico.