Gare

A Yule lo slalom di Kitzbuehel

Daniel Yule ha vinto lo Slalom a Kitzbuehel, gara che ha chiuso una tre giorni spettacolare. Ha sciato magnificamente e l’errore prima del dosso, con gli sci a quasi un metro da terra nel cambio di direzione, non lo hanno influenzato. Ha già vinto due gare, Adelboden e Campiglio, ma non è per nulla sazio e, anzi, mangia tutto quello che viene lasciato dagli avversari. Vuole dimostrare che il passo falso di Wengen è stato un caso e che è lui l’uomo da battere. Alle sua spalle Marco Schwarz che è stato portato al traguardo dal pubblico che lo ha esaltato dal parterre di arrivo. Ha completato il podio Clement Noel.

La prima manche aveva regalato diversi colpi di scena con tanti atleti entrati tra i primi trenta nonostante i pettorali alti. Pertl, che è rimasto a lungo al comando nella seconda manche risalendo la classifica, e McGrath con il 76 e 66 ma soprattutto Tremmel, settimo con pettorale 50, e il leader Braathen sceso con il numero 34.

Ben 16 gli atleti racchiusi in un solo secondo. I primi di questo gruppetto a scendere, quelli più lontani dal leader, hanno dovuto prendersi maggiori rischi commettendo errori se non addirittura uscendo, come il tedesco Strasser. I giovani che si sono qualificati non hanno pensato a scendere con attenzione ma danno tutto. Chi ha più esperienza invece più spesso è attento a non uscire.

Così è stato per Giuliano Razzoli che è stato attento innanzitutto a non commettere errori. Sembrava quasi fermo e invece era efficace, sino a portare a quasi sette decimi il vantaggio su Pertl, in quel momento al comando. Poi, da metà tracciato, invece ha proprio rallentato. È andato al comando ma poi pagherà caro il tempo perso nella seconda parte di gara. Detto questo ha ottenuto un settimo posto, insperato prima del via e di ottimo auspicio per il futuro nella speranza che riesca a dare continuità.

È riuscito ad arrivare in fondo Alex Vinatzer ma ha commesso un grave errore nella doppia prima del dosso. I metri in più percorsi gli sono rimasti addosso sino all’arrivo. È uscita dai primi dieci e lascia l’Austria con un po’ di rammarico.

La rabbia di Kristoffersen e il buoi di Pinturault

Kristoffersen non ci stava a non essere protagonista e ha sciato con tanta rabbia. Questa però gli ha fatto perdere lucidità sia durante la discesa che all’arrivo. Gesto di stizza e uscita con sci ai piedi senza concedersi neppure alle telecamere. Probabilmente è l’atleta che sente maggiormente la mancanza di Hirscher. Prima almeno la mancanza di vittorie aveva una giustificazione valida. In compenso è al comando della classifica di specialità, con Yule a meno di 20 punti dopo la vittoria di Kitzbuehel, e di quella generale, cosa che a noi italiani fa ancora più male pensando all’infortunio di Paris.

Peggio di lui Alexis Pinturault che ha inforcato. Ora, è vero che in slalom può succedere, ma il francese pecca terribilmente di continuità. Qualcosa probabilmente lo condiziona mentalmente poiché sulla sua sciata non c’è nulla che si possa dire.

La classifica finale a questo link

 

About the author

Andrea Ronchi

Andrea Ronchi è milanese di nascita e di cuore, rigorosamente a strisce rossonere. Ama lo sport in generale e da ragazzo si è cimentato in diverse discipline. Discreto tennista e giocatore di pallone, è rimasto folgorato dalle palline con le fossette in tarda età, o meglio, troppo tardi per ambire a farne una carriera ma sufficientemente presto per poter provare il brivido e la tensione dell’handicap a una cifra. La passione lo ha portato a fare del golf un lavoro e oggi, oltre a essere nel corpo di redazione della rivista Golf & Turismo, è prima firma di Quotidiano Sportivo e ospite fisso nella trasmissione televisiva Buca 9. Quando la neve copre i fairway prende gli sci, sua altra grande passione, e gira per le Alpi “costretto” dal suo ruolo di responsabile del turismo per la Rivista Sciare. È un duro lavoro, ma qualcuno le deve pur fare...