Storie diverse alle spalle, ma un obiettivo comune: essere pronti, alla fine di agosto, a volare nell’emisfero sud per il periodo fondamentale della preparazione alla stagione agonistica.
A Les Deux Alpes ho incontrato Elena Curtoni e Matteo Marsaglia, hanno trascorso la mattinata sulla terrazza dell’Hotel Atmosphere alle prese con esercizi a secco. Matteo per la verità era venuto in Francia per rimettere gli sci a dieci mesi dall’infortunio di fine settembre, purtroppo il vento ha rimandato ancora il ritorno in pista che per Elena è ancora un miraggio, visto che l’infortunio patito nella gara di discesa dei campionati assoluti di Bardonecchia (era il 30 marzo) si è rivelato molto più grave del previsto.
GLI ALTI E BASSI DI ELENA
Cominciamo da lei, che prova a vedere positivo ma in realtà non ne può più di guardare le altre allenarsi senza riuscire ancora a caricare il piede sinistro. La frattura all’astragalo unita al distacco malleolo peroneale si è infatti evoluta in un edema osseo che ha prolungato i tempi di recupero. «Serve ancora tanta pazienza, l’obiettivo è partire per l’Argentina a fine mese. Se la risonanza del 18 agosto andrà bene vorrei provare a sciare il 21 a Cervinia. Sto lavorando tantissimo con il fisioterapista della squadra Federico Bristot, ai raduni con le altre e a Biella, nel Centro fisioterapico Azimut. Di lui mi fido ciecamente, mi conosce bene ormai… Ho nuotato tanto, fatto bici, sono stata un po’ a Lloret de Mar a casa di Gus (Guillermo Fayed, il discesista franco-spagnolo con cui sta assieme da oltre due anni, ndr), ma invece che andare in vacanza mi sono comprata un vogatore… capite bene che non è la stessa cosa!». Sdrammatizzare per non impazzire, negli ultimi anni Elena è stata spesso al palo per infortunio, perdendo in pratica due estati consecutive: «La mia stagione 2016/17 l’ho iniziata e finita da infortunata, per questo il morale ha un po’ di alti e bassi…».
MARSAGLIA PRONTO A TORNARE
Sembra nella fase morale alto invece Matteo Marsaglia: «L’ultimo mese è stato positivo, ho potuto finalmente incrementare i carichi di lavoro, sono passato dall’essere malato all’essere di nuovo atleta». Matteo è bravissimo a prenderla con saggezza definendosi «una persona in ogni caso fortunata». Ma se parliamo dell’atleta? «Eh no, lì qualcosa è andato un po’ storto, ma non mollo, non scio da dieci mesi esatti e l’ultima gara l’ho fatta nel febbraio 2016 (superG preolimpico in Corea, un salto finito male e un grave infortunio muscolare, ndr). Dopo quella sei mesi di stop, il rientro e poi il patatrac al ginocchio destro allenandomi a Valle Nevado il 29 settembre scorso. Dieci mesi senza neve non li avevo mai fatti, la settima operazione è stata senz’altro la più pesante, il recupero lentissimo. All’inizio è stata dura accettare la situazione, mi rendo conto che gli anni passano e non ho più molto tempo da perdere, ma di una cosa sono sicuro: ho ancora voglia di provarci, lo sci agonistico è quello che voglio fare e vivendo la stagione da fuori me ne sono convinto ancora di più. Spero di aver dato con la sfortuna e per essere felice mi basterebbe stare bene e poter fare ancora ciò che amo».
E per un Marsaglia pronto al rientro, un’altra, la sorella Francesca, ferma in seguito all’operazione per l’ernia inguinale che l’ha costretta ad uno stop a metà luglio. «La sua operazione l’ho già passata, spero di poterle dare qualche consiglio e spero che anche lei si riprenda in fretta e possa andare con le altre in Sud America». Che dire? In bocca al lupo ragazzi!
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