Il maltempo ha fatto propendere gli organizzatori per una variazione che taglia il passaggio da Arabba. Il rischio di neve ha imposto la variazione del tracciato della sedicesima frazione accorciata e privata delle salite del Pordio e Passo Fedaia.
Arabba si è vestito di Rosa per il passaggio del Giro d’Italia hce, risalendo lo Stivale, vedrà i corridori attraversarlo lunedì 24 maggio. Il fitting in stile giro ha coinvolto tutti, ma proprio tutti, gli abitanti che vedono questo evento come un nuovo inizio dopo un anno pregno di difficoltà. Gli anziani, come succede spesso, hanno dato l’esempio e contributo.
Gli ospiti della casa di riposo Villa San Giuseppe, insieme alle educatrici, hanno dato il loro prezioso contributo per accogliere al meglio i corridori, realizzando i festoni che decoreranno le vie di Arabba. Saranno tutti alle finestre o in strada a guardare i campioni attraversare il paese che si trova a metà tra il Passo Pordoi e il Passo Giau, le ultime due ascese della 16ma tappa che si preannuncia memorabile.
Sarà un brivido, il tempo di un momento, un istante che durerà un lampo, ma per Arabba il passaggio del Giro d’Italia avrà un significato particolare. La tappa partirà da Sacile e si concluderà a Cortina d’Ampezzo. Nel mezzo passaggi che hanno già segnato la storia della competizione: il Passo Fedaia (con il terribile attacco da Malga Ciapela), il Passo Pordoi (dal versante della Val di Fassa) nonché Cima Coppi del Giro, e l’altra grande salita dolomitica, il Passo Giau affrontato dalla Valle di Livinallongo.
La storia del Giro ad Arabba
Il Pordoi (2.239 metri) con l’edizione 2021 festeggia la 41esima presenza nella corsa rosa, di cui 16 volte scalato dal versante veneto. L’esordio risale al 1940 con la 17ª frazione Pieve di Cadore – Ortisei, con Gino Bartali a transitare per primo; dopo la pausa bellica il Pordoi ritorna protagonista e nelle tre edizioni del dopo guerra è Fausto Coppi a scrivere il proprio nome nella classifica del GPM.
Tornando ai giorni nostri, quest’anno Arabba vedrà sfrecciare i ciclisti nel cuore del paese (la discesa dal Pordoi alla valle di Fodom è di 9 chilometri con 33 tornanti) e l’intero villaggio ladino sta lavorando per accogliere il Giro d’Italia anche all’insegna della tanta auspicata ripartenza.
Il legame storico tra la corsa a tappe e il paese bellunese ha visto Arabba anche sede di arrivo in due edizioni consecutive: nel 1983 con vittoria del bergamasco Alessandro Paganessi, e l’anno successivo il francese Laurent Fignon che indossò la Maglia Rosa per poi cederla definitivamente a Francesco Moser due giorni più tardi. La località è stata anche sede di partenza nell’edizione del 2008 con la frazione Arabba – Passo Fedaia.
Tutte le informazioni sulla tappa nel sito dedicato