Attrezzatura

Pool Sci Italia: propositi e obiettivi del nuovo consiglio guidato da Emilio Fontana

Pool Sci Italia: propositi e obiettivi del nuovo consiglio guidato da Emilio Fontana
Pool Sci Italia ha recentemente rinnovato il direttivo, cosa che avviene ogni due anni. Così la guida del Consiglio è passata a Emilio Fontana che è stato vice Presidente negli gli ultimi sei anni di conduzione di Corrado Macciò.

Emilio, classe 75, di Vittorio Veneto, lavora per il Gruppo Amer (Atomic-Salomon) da più di 20 anni, quando ancora il distributore italiano si chiamava Promark diretta da Nino Anselmo. Tempi in cui il Signor Atomic sulla neve era Umberto Pagani, diventato poi segretario generale del Pool per una vita, fino al 2020.

Emilio è arrivato in Atomic come maestro di sci, titolo conquistato dopo un’attività agonistica giovanile in zona cortina: “Ci ho provato ma il fatidico salto non sono riuscito a farlo. Ho cambiato sci club, dai più piccoli ai più strutturati ma non ne avevo come altri con cui correvo come, per esempio, Girardi. Però è stato bellissimo comunque”.

Un giovanissimo Emilio Fontana (2009) agli inizi della sua carriera in Atomic

Si è subito occupato di promozione e marketing per eventi tipo Prove Libere o comunque in area consumer e negozi, senza mai smettere di studiare (master MBA presso il CUOA) e a coltivare esperienze formative che persegue anche oggi, come master in Digital Disruption (presso IMD di Losanna): “Credo sia fondamentale per chi fa il mio lavoro rimanere informati sulle nuove tecnologie, evoluzione digitale e aspetti sociali in un mondo che viaggia a mille all’ora. Non mi interessa diventare un grande esperto, ma se non altro evito di dare retta a ciò di superficiale che spesso si legge in giro. Però, basta parlare di me, la mia è una figura istituzionale ma si chiama Pool proprio perché è un consorzio di aziende che lavora in team. Il singolo tra noi non ha peso”.

Allora ti chiedo, come fanno aziende commercialmente concorrenti, andare d’accordo?
Ogni azienda va per la sua strada con le proprie strategie a supporto del prodotto che vende, ma il Pool nasce con altre finalità. Innanzitutto, quella principale, ovvero seguire determinate regole concordate con la Fisi per fornire i materiali agli atleti delle squadre nazionali. In secondo luogo, dare vita a determinate attività che hanno un unico scopo, promuovere lo sci, punto ben presente nel nostro statuto. Non siamo sempre d’accordo su tutto, ma questo lavoro di gruppo funziona perché è portato avanti da persone di qualità, capaci e competenti. Tutti, dunque, hanno ben presente qual è il limite da non superare e il nostro lavoro è strutturato sulla condivisione. Questo è importante perché tutti parliamo la stessa lingua.

Un momento dell’ultima presentazione del Pool Sci Italia all’ultima edizione di Skipass di Modena: Max Vergani (ufficio stampa Fisi), intervista l’ex presidente Corrado Macciò

È sempre stato così?
Che io sappia di base lo spirito è sempre stato questo, ma è proprio negli ultimi sei anni, con la Presidenza di Corrado Macciò, che è stato fatto un lavoro enorme su questo aspetto. Riuscire a confrontarsi e raggiungere gli obiettivi prefissati è facile a dirsi ma molto complesso da attuare: il Pool c’è riuscito! La situazione è palese proprio perché non c’è sempre il totale allineamento, il che alza anche l’asticella della sfida, ma tra noi prevale il rispetto reciproco e non capita mai di abbandonare un lavoro per mancato accordo. Un altro goal dell’ultimo periodo è stato quello di aver trovato una figura come Matilde Gava in qualità di responsabile marketing del Pool che ha saputo trasferire teoremi e progetti in pratica. Un’eredità raccolta non così semplice perché Umberto Pagani ha gestito anche questa figura per tantissimo tempo. Matilde, con le sue idee e intraprendenza ha aggiunto ulteriore valore ai propositi del Pool.

Ti riferisci, immagino, soprattutto a Prove Libere Tour: c’è stata un’evoluzione?
Tu dici, il format bene o male è sempre lo stesso: un villaggio con le tende delle aziende itinerante e sci d’ultima generazione a disposizione del pubblico. Questo è l’evento, ma il cambiamento, anche se è sicuramente cresciuta l’estetica e la praticità del villaggio, lo riscontriamo nell’ottenimento di determinati risultati. Vendiamo più sci? Questo certamente non guasta e forse è stato il focus dei primi Anni 2000. Oggi il significato è senz’altro un altro ed è Matilde stessa a spiegarlo:

Della serie anche l’occhio vuole la sua parte, oggi il villaggio Prove Libere ha assunto un’identità come fosse un marchio di fabbrica. Gonfiabili ampi e identici per tutte le aziende presenti, più una struttura “madre” che funge da info point e ingresso. Come ha spiegato Emilio, gli obiettivi del Pool sono molteplici: promuovere lo sci con un format allegro e divertente, offrire un servizio all’utente che ha l’opportunità di togliersi qualsiasi dubbio riguardo all’eventuale acquisto e ricevere quei feedback sempre importantissimi per le aziende. È un’occasione irripetibile per capire cosa richiede oggi l’appassionato, identificarne la tipologia, e prendere atto delle sue convinzioni. Di fatto Prove Libere ha creato una community che ha a disposizione una piattaforma utile per poter interagire con noi. Tutto questo è intrigante sia per l’utente che per le aziende. Un mix di passione, condivisione e coinvolgimento.

Sono tutti sciatori di ottimo livello?
Nemmeno per sogno. Certo, al villaggio si presentano sciatori esperti e preparati che già sanno quali modelli desiderano testare, ma la maggior parte scopre un mondo del tutto nuovo, percepisce le differenze tra uno sci e l’altro al netto del dato certo che ormai sci di scarsa qualità non esistono più. E se può interessare, c’è un dato decisamente positivo: l’età media degli ospiti di Prove Libere si abbassa anno dopo anno. In percentuale, il 30% degli utenti corrispondono alle fasce di età dai 21 ai 35 anni e dai 36 ai 50 e un 45% dai 51 ai 65, più  spiccioli nelle altre fasce di età.

A proposito di dati e statistiche, realizzate “fotografie” del mercato?
Il Pool non è la sede giusta per condividere dati di mercato, analisi di sell-in, sci venduti. Piuttosto è l’occasione migliore per “leggere” il trend del consumatore il cui ambito è molto più eterogeneo rispetto a quello di Prove Libere. Tracciare meglio il profilo degli sciatori è complesso ma ci stiamo concentrando su questo.

Quindi se chiedo quanti sci si vendono in Italia?
Non avrai una risposta. Personalmente sono tanti anni che seguo questo argomento anche perché partecipo ai lavori di Assosport. Per ottenere una risposta coerente è necessario analizzare i dati di sell-out che però non sono disponibili, soprattutto da quando esiste l’e-commerce che si avvale di piattaforme internazionali. L’unica sarebbe affidarsi ad analisi statistiche che però portano in pancia errori significativi perché un’elaborazione accurata implica costi notevoli. La logica costi-benefici consiglia di lasciar perdere. È possibile, invece avere dati di sell-in ma anche in questo caso la fotografia rischia di essere sfocata. Esistono megastore stranieri che acquistano il prodotto dalla casa madre e poi li vendono in Italia. Anche situazioni di questo tipo renderebbero il dato non conforme alla realtà. In Assosport stiamo cercando di capire come perimetrare il mercato ma si tratta di un processo ambizioso e pertanto non immediato.

L’ultima stagione ha dato segnali positivi a livello di presenze: anche l’attrezzatura?
Sicuramente è stata un’ottima stagione, anche se non corrisponde al dato turistico. In montagna non si va soltanto per sciare, inoltre c’è anche la parte noleggio che fa sicuramente la sua parte. Posso però dire che il negozio specializzato è sempre più richiesto per la personalizzazione dell’attrezzatura. La preparazione ma anche il bootfitting. Ci sono i presupposti per una prossima stagione ancora migliore perché si stanno finalmente affievolendo le ripercussioni del covid e degli aumenti dell’energia e delle materie prime. Nell’ultimo inverno, chi più chi meno, ha avuto problemi di consegne. Si sa che soprattutto attacchi e scarponi si compongono di tantissimi elementi, ma basta che un fornitore non riesca a produrne uno che si ferma tutto.

Qual è la prassi che deve seguire un’azienda per entrare nel Pool?
Gli scopi del Pool Sci Italia, che non persegue alcun fine di lucro, sono l’incremento e la diffusione della pratica dello sci amatoriale ed agonistico, nonché la valorizzazione ad ogni livello dei marchi distribuiti dalle aziende che appartengono al Consorzio.
Per entrare nel Pool un’azienda deve semplicemente fare richiesta nei tempi previsti dallo statuto, deve ovviamente commercializzare nel territorio italiano i prodotti di cui Intende richiedere l’ingresso nel Consorzio e deve rispettare alcuni requisiti tecnici di accesso. Qualora tutti i parametri siano rispettati, l’azienda deve versare una somma di denaro per perfezionare l’entrata nel Consorzio.
Si tratta di un meccanismo semplice ma rigoroso, che serve a tutelare in primis gli atleti che quell’azienda andrà a servire e premia chi investe in ricerca e sviluppo e sostiene il settore agonistico dalla sua base.

IL NUOVO CONSIGLIO

Presidente: Emilio Fontana (Atomic)
Vice Presidente: Alessio Meda (Rossignol)

Consiglieri:
Paolo Altadonna (Blizzard)
Stefano Bovolon (Fischer)
Alessandro Ditto (Nordica)
Fabio Furlanis (Salomon)
Corrado Macciò (Head)
Simone Mancini (Dynastar)
Giuseppe Sartogo (Energiapura)

Responsabile Marketing e Comunicazione:
Matilde Gava

I Marchi appartenente al consorzio

Attrezzi: Atomic, Blizzard, Dalbello, Dynastar, Head, Fischer, Lange, Look, Marker, Nordica, Rossignol, Salomon, Tecnica e Völk., Accessori: Bollé, Briko, Dainese, EnergiaPura, Gabel, Gipron, Komperdell, Leki, Level, Oakley, Uvex e Ziener. Pool Sci Italia: propositi  Pool Sci Italia: propositi  

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

Add Comment

Click here to post a comment