Matrimonio in casa Liski, Pierino Gros è il nuovo testimonial della nota azienda produttrice di pali, protezioni e strutture sportive. L’azienda bergamasca è rimasta sempre aperta in questo periodo per l’interesse strategico nazionale dato anche dalle produzioni di altre linee tra cui l’aerospaziale.
Uno degli eroi della Valanga Azzurra (nella foto di copertina assieme al titolare Diego Parigi) è dunque a fianco di Liski alla vigilia di una stagione davvero importante e particolare per lo sci.
Saltate a malincuore le Finali di Coppa del Mondo, Cortina d’Ampezzo sta preparando la grande festa per i Campionati Mondiali. E poi il grande sogno chiamato Milano-Cortina 2026, ormai non più così lontano.
Liski sta programmando la prossima stagione invernale sull’onda di quella scorsa che si è dimostrata essere estremamente positiva, fino all’inevitabile interruzione.
I tecnici Liski, più numerosi rispetto al passato, hanno seguito prima l’evoluzione dei lavori sui futuri siti olimpici di Pechino, poi hanno allestito piste e parterre in numerose località che hanno ospitato la Coppa del Mondo.
Sono state utilizzate attrezzature Liski a Sölden, Levi, Lake Louise, Killington, Beaver Creek, Sankt Moritz, Val Gardena, Alta Badia, Bormio. Poi Zagabria, Campiglio, Zauchensee, Flachau, Adelboden. Sull nevi piemontesi di Sestriere, quindi Wengen, Bansko, Rosa Khutor, Garmisch. Infine Saalbach, Naeba, Crans Montana, Hinterstoder, Åre, Kranjska Gora.
E poi ancora ai Giochi Olimpici Giovanili Losanna 2020, ai Mondiali Juniores di sci alpino a Narvik, alle gare IPC, ai Mondiali di biathlon ad Anterselva e a diversi eventi giovanili regionali, nazionali e internazionali.
Piero Gros: «Mi fa piacere questo coinvolgimento e sono contento di poter collaborare sugli aspetti legati alla sicurezza, sempre più importanti a tutti i livelli.
Ho fatto il presidente di club per parecchi anni e mi sono reso conto che è sempre più difficile mettere gli atleti nelle condizioni ideali per allenarsi.
Non dobbiamo parlare di chissà quali drammi, in proporzione al numero di atleti, ma dobbiamo cercare di evitare anche un singolo problema al ginocchio.
Serve un lavoro per sensibilizzare e promuovere e poi sarebbe bellissimo poter allestire tre piste in altrettante zone d’Italia da dedicare alla velocità».