è il test più complesso e difficile da realizzare, ma è anche quello probabilmente più soddisfacente, perché alla sua conclusione si ottengono risultati davvero veritieri. Le prove degli scarponi, che anche quest’anno si sono disputate sulle nevi estive della Val Senales, prevedono due fasi. La prima, denominata a secco, vuole simulare la prima calzata che l’appassionato effettua in negozio. Spesso non ha un’idea precisa su quale modello scegliere, così il negoziante ne propone due o tre. E l’utente li calza, li chiude, ci sgambetta qualche secondo e percorre qualche passo, proprio come si fa con un paio di scarpe normali. Ecco, questa è una fase determinante per l’acquisto. Per tale motivo i nostri collaudatori, prima di testare gli scarponi sulla neve, hanno voluto calzarli tutti in una sala comune con la stessa temperatura e i “Bootsmen” ufficiali delle aziende pronti a spiegare le prerogative dei vari modelli vestendo i panni del negoziante. Ricordiamo, infatti, che quando si prova uno scarpone all’interno di un negozio, la temperatura è di 20-22 gradi, ma quando scieremo l’aria sarà certamente più fresca. Lo scarpone è fatto di plastica, dunque sensibile alla temperatura esterna: le sue reazioni non possono essere identiche in un negozio e sulla neve. Questo è il senso del test a secco, occasione per il testman di provare la calzata, verificare l’efficacia dei sistemi di regolazione e di chiusura e dare un’opinione personale per ciò che riguarda il comfort. Una prova durissima per gli scarponi che devono sapersi adattare a infinite forme di piedi, tibie, polpacci… La compilazione delle schede di valutazione avviene immediatamente, ma i cartellini non vengono consegnati Già, perché il collaudatore vuole stabilire se esistono differenze di comportamento sulla neve rispetto alla prova a secco. E qui scatta la seconda fase: appunto al prova sulla neve. La Val Senales è perfetta per questo tipo di esigenza. Cambiare scarponi non è certo semplice come cambiare un paio di sci. I collaudatori possono entrare nel rifugio in quota a pochi metri dalla seggiovia e procedere con lo scambio in un luogo asciutto e riparato. Quindi eseguono discese in base alla tipologia di scarpone e prima di compilare la seconda scheda di valutazione, verificano se sussistono differenze rispetto al pomeriggio precedente. Può essere dunque, che un modello provochi qualche pressione in una zona del piede o della gamba nella prova a secco, problema che poi scompare col freddo.
Come sempre abbiamo testato tre categorie: Agonismo, Allround Top Level e Allround. A proposito di categorie, vi è una leggera differenza tra lo sci e lo scarpone. Nello sci, infatti, abbiamo deciso di istituire un’unica categoria, denominata appunto Allorund, segnalando poi a quale livello tecnico meglio si pone. Logico, esistono talmente tanti modelli allorund che risulta davvero difficile catalogarli in categorie precise. Purtroppo non è più possibile, come tanti anni fa, istituire lo slalom gigante, lo slalom speciale, il granturismo e il turismo. Quindi negli scarponi, la categoria Allround Top Level si differenzia dall’Allround per una collocazione superiore, riferendoci ovviamente alle capacità tecniche dell’utilizzatore. Può capitare che un’azienda proponga un modello, ad esempio Allround Top level, nella categoria Allround, o un Race nella Allround Top Level. Alle aziende piace, infatti, offrire sempre un’immagine di sè molto tecnica, ma noi le “bacchettiamo”. Nella pagellina riassuntiva di ciascun modello, compare un disegno dove indichiamo se lo scarpone è centrato, è troppo facile o troppo difficile per l’utente di riferimento di quella categoria.
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