Head “Italian Young Rebels”: Rudj, Taddo, Guido e non sono Tuti!
Loro sono Thomas Tuti, Rudj Redolfi, Guido paci e Andrea Taddei (detto Taddo), il motore che a girare a mille il progetto Head “Italian Young Rebels”.
Nato nel 2016 per dare struttura e continuità al lavoro che già si faceva con i children e con i giovani, ha lo scopo supportare i ragazzi più promettenti con materiali adeguati.
Thomas Tuti, skiman di Coppa del Mondo, fa da coordinatore e trait d’union tra il reparto corse di Head e la squadra Young Rebels Italia, è stato uno degli ideatori del progetto
Thomas com’è nato questo progetto?
Negli anni ho visto come si lavora in Coppa del Mondo a livello di fornitura materiali e assistenza, quindi ho voluto trasferire le mie esperienze anche in un settore, quello giovanile, dove la filiale italiana stava investendo molto.
Quindi con Corrado Macciò (responsabile Head Italia) abbiamo creato il programma Italian Young Rebels e iniziato a strutturarci seguendo le impostazioni del reparto corse di Head, coinvolgendo quindi persone dedicate con un profilo adatto, fornendo materiali di ottima qualità, e con un discorso di sviluppo che vada di pari passo con lo sviluppo del racing internazionale.
Sviluppo che non riguarda solo lo sci ma tutto il discorso legato al setup, come ad esempio provare a montare gli sci e personalizzare le scarpe, seguendo quelli che sono gli imput degli atleti di Coppa del Mondo.
In definitiva individuare il modo di sfruttare al massimo il materiale con migliorie continue, grazie ai feedback che vengono trasferiti in tempo reale dal reparto corse Head, adattandoli ovviamente alle caratteristiche dei giovani sciatori e ai tracciati su cui gareggiano.
Corrado Macciò e Andrea Taddei. Tra loro Karoline Pichler
Young Rebels è un’idea ella casa madre?
No, è stata un’idea di Head Italia e sul nostro esempio si sono poi attivate anche le altre filiali. Quello che abbiamo creato noi ha fatto scuola. I paesi più strutturati oltre all’Italia sono la Svizzera e l’Austria che porta avanti un programma simile ma legato al reparto gare della Casa madre.
Com’è formato il vostro gruppo di lavoro?
Rudj Redolfi è responsabile del progetto e si occupa del settore femminile, Guido Paci segue il settore maschile. Andrea Taddei si occupa dei materiali e della fornitura dei ricambi e del settore scarponi, oltre a implementare il progetto nella categoria children.
Infine Alessia Percudani, si occupa della comunicazione, del rapporto diretto con gli atleti e di tutte le problematiche non tecniche che possono sorgere.
Questa squadra è operativa praticamente 365 giorni e in stagione sette giorni su sette. Quando poi si fanno i test dei materiali vengono coinvolti allenatori vicini a Head per dare un servizio di super qualità che è un po’ quello che caratterizza questa iniziativa.
Una Laura Pirovano, classe ’97, appena diciottenne, nel gigante di Lienz del 2015, quando debuttò in Coppa del Mondo
L’obiettivo è fare in modo che il livello sia molto alto perché è un programma rivolto all’eccellenza. Guido e Rudj sono gli occhi sul campo e gran parte dello scouting parte da loro. Sono sempre loro che intervengono in tempo reale per la fornitura e la sostituzione dei materiali.
Mentre Andrea Taddei è il responsabile per i children dove abbiamo una struttura simile agli Young Rebels ma tutto rapportato alla categoria.
Per il progetto Young Rebels avete a disposizione materiale particolare?
Negli ultimi sette otto anni la casa madre ha fatto un grosso salto di qualità per la produzione degli sci racing. Quindi per tutti i modelli c’è già un livello molto alto a livello di sviluppo, materiali e tecnologie, oltre che un controllo molto accurato.
Questo ci permette di avere praticamente lo stesso materiale rispetto a quello utilizzato dalle squadre nazionali. L’unica differenza è che gli atleti delle squadre hanno più possibilità di scelta tra le variabili che caratterizzano lo sci come sciancrature, lunghezze, durezze ecc.
Karoline Pichler, classe ’94, in Coppa del Mondo nel dicembre del 2014.
Tanto per fare un esempio, gli sci che forniamo nel nostro programma vengono costruiti avendo come riferimento il modello più utilizzato e che ha dato le migliori performance agli atleti di Coppa del Mondo.
Dopo aver ricevuto gli sci, nella filiale italiana viene fatta un’ulteriore valutazione di qualità, dal momento che montiamo personalmente gli attacchi sui modelli da gigante e da slalom e quindi possiamo fare un’ulteriore cernita.
Per la velocità invece gli sci vengono forniti direttamente dal reparto corse e sono attrezzi che vengono utilizzati in Coppa del Mondo e Coppa Europa.
Per quanto riguarda invece gli scarponi abbiamo a disposizione modelli che come forma sono in tutto e per tutto uguali a quelli usati in Coppa del Mondo, questi scarponi sono disponibili con tre differenti durezze delle plastiche, dalla più dura alla più morbida, e con la possibilità di fare fitting in base alle caratteristiche dei vari atleti.
Una volta forniti i materiali come prosegue il lavoro del vostro team?
Il lavoro più importante è quello dell’assistenza. L’operatività e la tempestività sono fondamentali affinché gli atleti, soprattutto in stagione, non perdano tempo in caso sostituzione materiale.
Un giorno d’attesa per un nuovo sci, un attacco o per un nuovo setup è già troppo. Noi, grazie a Rudy, Andrea e Guido abbiamo una rete che ci consente di intervenire in tempo reale e questo è il nostro plus. Non solo come fornitura ma anche a livello di modifiche che facciamo in base alle esigenze degli atleti e alle indicazioni che, praticamente in tempo reale, arrivano dal reparto corse internazionale.
Serena Viviani, slalomista Azzurro, nel 2019
Un impegno, anche dal punto di vista economico, gravoso
Noi siamo una famiglia di appassionati, in questi anni abbiamo sempre seguito tutti senza lasciare indietro nessuno, anche in caso di infortunio.
Il lavoro che c’è dietro al progetto è notevole ma lo facciamo con passione. Passione che cerchiamo di trasmettere anche ai ragazzi con la nostra vicinanza, soprattutto in questi momenti che per lo sci sono stati molto difficili.
Tanto per dire, questa stagione, dopo l’annus horribilis che abbiamo trascorso, la filiale italiana ha voluto mantenere inalterato il programma e il livello, con un grande sforzo finanziario, senza avere alle spalle un ritorno commerciale in grado di sostenere dal punto di vista economico questa iniziativa.
Quest’anno nella famiglia Young Rebels abbiamo 26 atleti, ma il numero non ci vincola se non nel fornire un’assistenza adeguata a tutti. Noi guardiamo il livello e se il prossimo anno dobbiamo aumentare il contingente con 4 atleti in più perché hanno le potenzialità ci saranno 4 in più.
La crescita di Ilaria Ghisalberti
Tanto lavoro paga?
Direi di si. Il motore di Head e del progetto è la passione per lo sci sia a livello nazionale sia internazionale e solo così si creano rapporti molto stretti tra azienda e atleti. Atleti che seguiamo fin dalla categorie cuccioli ora sono in nazionale come Ilaria Ghisalberti, Serena Viviani e Marco Abruzzese.
Nella squadra di Coppa Europa su 8 ragazze 6 sono Young Rebels. Senza dimenticare le medaglie di Laura Pirovano, Pietro Canzio e Alexander Prast ai Campionati Mondiali Junior e alle Olimpiadi Giovanili.
E una cosa che ci fa molto piacere è vedere atleti che, terminata la carriera agonistica, diventati maestri e allenatori sono rimasti legati ad Head per quanto fatto negli anni e la comunione d’intenti di un’Azienda che vive lo sci con la loro stessa grande passione.
Da Thomas Tuti ad Andrea Taddei, il giovane papà dei Children!
Il progetto Children di Head come si sviluppa?
«Tutto il materiale rivolto alle categorie giovanili, dai cuccioli ai children, passa attraverso negozi qualificati Head Racing Center che offrono in esclusiva i prodotti ufficiali del Racing Departement.
La selezione dei negozi del programma Head Racing Point è basata su fattori di competenza tecnica, capacità di personalizzazione dei prodotti ed introduzione all’interno del mondo Racing. I Racing Point oltre alla fornitura di tutta l’attrezzatura provvedono poi al setting dei materiali in relazione alle varie esigenze dei ragazzi.
Tra l’altro il materiale che forniamo viene sviluppato e prodotto dal reparto gare di Head, facendo proprie quelle che sono le evoluzioni dettate dalle esigenze degli atleti di Coppa del Mondo e poi riviste per adattarle alle esigenze tecniche, di sviluppo fisico e atletico dei più giovani.
Ad esempio gli sci vengono forniti con una nuova piastra simile a quella utilizzata in Coppa del Mondo, che ovviamente con i dovuti adattamenti, sta dando ottimi risultati.
Ilaria Di Sabatino è cresciuta sciisticamente nella famiglia Head
Viceversa, due anni fa confrontandomi con tecnici e allenatori abbiamo rilevato l’esigenza di sviluppare un nuovo scarpone dal momento che nello sviluppo fisico i ragazzi ora hanno, generalmente, un piede più stretto e lungo rispetto ai coetanei di qualche anno fa.
Quindi abbiamo riportato questa esigenza al reparto corse della casa madre che grazie a questi imput ha sviluppato e prodotto uno scarpone meglio s’adatta alle caratteristiche morfologiche dei giovani sciatori».
Quindi il vostro progetto coinvolge sia i negozi sia i club.
Si effettivamente i nostri primi interlocutori sono le società. Con loro iniziamo già a lavorare a fine stagione con test materiali.
Poi in estate su ghiacciai più frequentati dai club allestiamo dei centri dove trovare e poter provare la nostra gamma race. Comunque già in estate cerchiamo di fare sciare gli atleti che scelgono Head con il materiale nuovo.
Perché in estate, oltre ad allenarsi, i ragazzi provano i vari setting. In questo modo iniziano la stagione agonistica già pronti con il giusto feeling con il materiale. Come detto, la fornitura del materiale avviene tramite i nostri Racing Point.
Ormai la fornitura di un atleta Children è simile a quella di un atleta giovane. Quindi due paia di sci da slalom e da gigante. Per quanto riguarda la velocità, visto che fanno solo gare di superG, in genere gli sci sono presi in carico direttamente dai club.
Poi i giovani che si mettono particolarmente in luce, anche in prospettiva futura, vengono seguiti più da vicino anche con forniture ad hoc. Ed è proprio il mio compito interfacciarmi con gli allenatori affinché il materiale possa essere sfruttato al meglio. Se questi ragazzi inseguito si confermano, entrano nel progetto Young Rebels che, si spera, possa portarli fino in nazionale».
I Children di oggi sono diversi da quelli di alcuni anni fa?
«Sicuramente i ragazzi, rispetto ad una volta sono cambiati, sia come testa sia dal punto di vista fisico. Ora a 14, 15 anni sono più strutturati e più alti rispetto alla media di una volta.
Tanto che ora, oltre al discorso legato allo scarpone che abbiamo visto prima, a livello di sci usano attrezzi quasi da adulto. Un aspetto negativo dell’ambiente è la troppa esasperazione.
Il mitico RAPTOR WCR 5Worldcup Rebels in felice compagnia: a sinistra, i.SL RD Team; a destra, Worldcup Rebels e-GS RD
Spesso si trattano i ragazzi, anche under 12, come atleti professionisti quando in fondo sono ancora dei bambini. E questo può portarli ad abbandonare non solo l’attività agonistica ma anche lo sci.
Quello che bisogna cercare di fare è creare ragazzi e poi adulti che vivano lo sci con passione e si divertano e quindi ogni abbandono per il troppo stress agonistico è una sconfitta per il nostro mondo». Head “Italian Young Rebels Head “Italian Young Rebels Head “Italian Young Rebels Head “Italian Young Rebels Head “Italian Young Rebels Head “Italian Young Rebels