Iniziamo con Fabio De Crignis, che ci indica alcuni dettagli per la giusta scelta degli scarponi, una lunga serie di consigli sulla scelta dell’attrezzatura. Che poi si troveranno in maniera più esaustiva sulla Bibbia dello sci. Ovvero sulla GUIDA TECNICA ALL’ACQUISTO 20/21, in anteprima disponibile alla fiera Skipass di Modena.
Cambiare scarpone può sembrare una cosa difficile, a volte complicata. Ci sono sciatori a diversi livelli tecnici che sono restii a sostituire i propri scarponi, perché li considerano ormai più che rodati e conformati sui propri piedi.
Da atleta ed esperto nel campo, oltre che negoziante, mi sento in dovere di sfatare questa errata convinzione! Grazie agli studi di tecnici, ingegneri e addetti, oggi si utilizzano materiali innovativi e altamente performanti. Questo poiché la progettazione ha seguito l’evoluzione dello sci.
Rispetto a dieci anni fa, infatti, gli scarponi sono dotati di un sostegno laterale maggiore e quindi permettono agli sci prese di spigolo nettamente migliori. Gli scarponi di ultima generazione sono molto più confortevoli e adattabili a ogni problematica, ma è fondamentale realizzare un’ analisi accurata e totale del piede.
Parto da qui quando il cliente è interessato all’acquisto di un paio di scarponi.
Nello specifico misuro la lunghezza, la larghezza dal primo metatarso al quinto. Poi Valuto il collo del piede. In ultimo, chiediamo allo sciatore di effettuare una serie di piegamenti in piedi e da seduti spingendo il piede verso il ginocchio.
Questo permette di analizzare l’effettivo angolo di chiusura delle caviglie. E valutare la durezza degli scarponi da consigliare.
Se l’appassionato ha le caviglie con poca flessione è consigliabile usare uno scarpone più morbido. Non è sempre facile suggerire la durezza dello scarpone adatto alla persona in quanto gli sciatori chiedono direttamente il flex index a priori.
Per concludere valutiamo gli appoggi con un podoscopio e anche se in taluni casi la volta plantare risulta perfetta, consigliamo i plantari anatomici.
Quest’ultimi li realizziamo contestualmente (30 minuti) alle misurazioni prima effettuate. I plantari anatomici permettono un appoggio ottimale all’interno dello scarpone e una presa di spigolo sullo sci “da campioni”.
Una volta noti tutti questi dati, conoscendo i materiali che vendiamo e aiutati anche dalle dichiarazioni delle aziende che specificano i “last” cioè la larghezza ed i volumi interni, si fanno calzare due o tre paia di scarponi. Poi si decide quello più idoneo e personalizzato.
Escluso gli scarponi da adulti “economici” cioè max €150.00, tutti gli altri hanno scarpette imbottite imbottiture. Queste, scaldate in apposite macchine, prendono la forma dei piedi “creando così quella magica sensazione di comfort” che normalmente avviene dopo 5-6 giornate di sci.
Ci sono poi altri adattamenti da effettuare, qualora i piedi non calzino perfettamente all’interno degli scarponi. Mi riferisco al boot fitting e cioè alla possibilità di modificare scafi e scarpette in relazione ai piedi.
Tutto questo è indispensabile poiché sciare dev’essere un piacere a qualunque livello e non si deve non godere appieno delle giornate di sci per colpa del dolore ai piedi.
Elenco una serie di luoghi comuni errati ed errori vari:
1) Acquistare scarponi di una taglia superiore.
2) Non usare un plantare anatomico perché ritenuto inutile.
Uno scarpone di una misura più grande, oltre a essere circa 1 cm più lungo (questo non è il problema reale), risulta avere un volume maggiore in tutte le sue parti.
Dopo un paio di sciate, i piedi non saranno più ‘bloccati’ e di conseguenza non sarà più possibile indirizzare lo sci dove vogliamo. Oltre ad avere i piedi non avvolti dalla scarpetta e quindi mobili al suo interno, si accuseranno dolori determinati dagli attriti conseguenti.
Riflettiamo ora su quando siamo in pista e chiudiamo i primi due ganci (quelli sullo scafo). Se sotto ai piedi c’è un sostegno e quindi un plantare, basterà una minima pressione ai piedi per ottenere ottime sciate. Diversamente se si vuole ottenere una chiusura dello scarpone efficace ed efficiente, senza l’utilizzo del plantare, si dovranno chiudere maggiormente i ganci creando erroneamente troppa pressione sul collo del piede.
Spesso si rischia cosi di stressare in modo eccessivo il piede causando dolori sulla pianta del piede nella zona metatarsale (attaccatura delle dita).
In ultimo, con scarponi calzati facciamo un test per misurare il “canting” con una macchina appositamente studiata dalla DL. Permette di analizzare l’assetto tra gamba destra e sinistra e valutare se siamo in presenza di varismo o valgismo in decimi di grado oltre ai carichi.
Dopo quest’ultima valutazione, interveniamo sugli scarponi piallandoli o applicando rialzi calibrati sotto gli scarponi per portate in assetto, cioè a zero, l’asse caviglie ginocchia bacino, ottimizzando il tutto per ottenere sciate dinamiche ed in sicurezza.