Attrezzatura

Dispositivi resistenti al taglio: quale certificazione seguire?

Con le sventurate vicissitudini di questa pre-stagione che ha portato prepotentemente a galla la questione sicurezza in pista, specie nel settore agonistico, tra i dispositivi più citati c’è sicuramente l’antitaglio.

Affrontiamo il discorso perché ci siamo accorti che esistono due differenti certificazioni: quella della Fis e le sue 5 stelle, e quella Europea EN 388 con i suoi 5 punti indicatori. Qual è più importante? Per rispondere meglio fare un passo indietro. 

Il termine antitaglio, in realtà è sbagliato e anche un po’ fuorviante, dal momento che richiama l’idea di un prodotto che esclude la possibilità di tagliarsi.

Non è così. Non esistono dispositivi di sicurezza che assicurano una protezione al 100 per 100. Meglio, dunque, chiamalo resistente al taglio o Cut Resistant (perché non Cut Protection?), come l’ha denominato Energiapura, la prima azienda ad averlo introdotto nel settore dello sci. Fu proprio l’azienda di Alberto Olivetto a portarlo in Fis, per ottenere una sorta di omologazione, ma soprattutto per spingere la federazione internazionale a renderlo obbligatorio. Non lo è ancora, ci siamo vicini (2025/26), ma per arrivare a tale obiettivo la strada non è stata semplice per vari motivi. Uno di questi è l’impossibilità da parte degli atleti di disporre di un prodotto simile di un solo marchio. Anche con l’airbag si parla quasi esclusivamente di Dainese, in realtà ci sono altre due aziende che servono atleti per lo più nello skicross.

La Fis ha dovuto, dunque, aprire un tavolo di lavoro informando tutte le aziende produttrici di questa possibilità e in effetti qualcuna si é fatta avanti. Il personale tecnico federale, affidandosi anche a Energiapura, tramite Italo Panzanini, ha realizzato una strumentazione capace di valutare il grado di resistenza al taglio dei prodotti creando una specie di valutazione che si identifica da 1 a 5 stelle. Anche se, sia la Fis che i produttori, sono d’accordo nel considerare tale soluzione non definitiva. 

Viene istintivo ritenere che il dispositivo resistente al taglio con 5 stelle sia il migliore in assoluto. Ma è proprio così? Meglio approfondire. 

Esiste una certificazione dei tessuti che è la EN 388. Si effettua utilizzando dei piccoli dischi di ferro tagliente, simili ai tagliapizza, che vanno su e giù sul tessuto, posizionato su una piastra. Dopo «x» passaggi, se il tessuto non si taglia, si passa al livello di certificazione 2 e così via a salire. Questa è la certificazione per la resistenza al taglio del tessuto.

Il test di certificazione usato dalla Fis è differente. Simula il taglio usando uno sci preparato in configurazione coppa del mondo, che è indubbiamente l’attrezzo più in grado di altri di procurare ferite per via delle lamine, con un passaggio unico da taglio sopra al tessuto. Si tratta, dunque, di una prova legata a una pressione e a una velocità. Questo parametro determina una misura: più è elevata la pressione a cui il tessuto deve resistere prima che si definisca un taglio, più è resistente. Da qui il valore rappresentato da 1 a 5 stelle.

Attenzione però a non commettere un errore di valutazione: non è possibile mettere in relazione la certificazione Fis con quella europea, ovvero la EN388.

I dispositivi di sicurezza valutati dalla Fis non è detto che abbiano la certificazione europea del tessuto. È bene anche sapere che un dispositivo resistente al taglio, perché sia veramente efficace, deve avere almeno una certificazione 3 del tessuto per quanto riguarda la normativa EN 388, ma nulla ha a che fare con le 3 stelle Fis, dal momento che il test effettuato è totalmente differente. Il riferimento della Fis è l’atleta di Coppa del Mondo che sviluppa forze e pressioni differenti rispetto a un bambino, a uno sciatore turista o a un giovane agonista.

Il grado di resistenza al taglio di un tessuto è l’elemento più importante. Magari non garantisce una protezione totale, perché, come specifica anche la Fis nel regolamento (3.5.3.2 General Specifications: L’indumento intimo resistente al taglio è destinato a fornire una protezione supplementare e non protezione da taglio infinita), è impossibile arrivare a questo risultato, ma sicuramente ne limita le conseguenze. Il consiglio, dunque, che possiamo dare, specialmente agli agonisti è di indossare sempre uno di questi prodotti, verificando, all’atto dell’acquisto, che sia dotato di certificazione EN388 e che in una scala da 1 a 5 si collochi almeno al valore 3 e che abbia anche il bollino FIS. 

Per concludere si potrebbe dire che fino ad un certo peso, e ad una certa categoria può essere sufficiente la classificazione 1 Stella Fis ed En 388 livello 3. Salendo di peso e categoria, diciamo dagli Allievi in su, una classificazione 3 Stelle Fis diventa necessaria.

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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